Vercelli – Parole, e che parole; e immagini, e che immagini. Così la guerra vinta (ma adesso è vietato fare errori durante la tregua) dagli ospedali vercellesi contro il Coronavirus, è stata documentata attraverso due documenti eccezionali: il libro “Diario di bordo” del dottor Sergio Macciò, cardiologo del “Sant’Andrea” e le 500 foto selezionate da Lella Beretta durante un reportage anche coraggioso (si era ancora in piena pandemia) svolto all’interno degli ospedali di Vercelli, Borgosesia e Gattinara, ovviamente con l’autorizzazione dell’Asl.
Il libro di Macciò – venduto per sostenere il progetto di Alumni Upo a favore degli studenti che farebbero fatica a iscriversi al prossimo anno accademico – ha bruciato in poche settimane le trecento copie stampate dalla “Gallo”, che intelligentemente era già pronta ad una nuova tiratura di duecento, ed ora si sta preparando ad essere tradotto in inglese e in olandese.
La fotografa Lella Beretta – quotata a livello nazionale e internazionale – ha invece realizzato, con la sua Nikon, un straordinario reportage nei reparti Covid, documentando tutto, ma proprio tutto quello che avveniva quando medici, infermieri, tecnici di laboratorio, oss, operatori del soccorso combattevano strenuamente una battaglia che all’inizio sembrava disperata, impari, contro un nemico sconosciuto, che colpiva, feroce, ora dopo ora.
Nel reportage di Lella Beretta ci sono le vestizioni dei medici e degli infermieri (ma anche degli oss, spesso trascurati, ma essenziali) prima di entrare in reparto, ma anche le svestizioni, altrettanto accurate, al momento di uscirne e ci sono anche le sconvolgenti immagini delle bare di coloro che non ce l’hanno fatta. Ci sono le foto che non avrebbe mai voluto scattare, ma anche quelle che testimoniano la grande umanità con cui gli operatori sanitari si sono spesso sostituiti a familiari che non potevano entrare in reparto: e proprio una di esse, un anziano che parlava al tablet, portogli da operatrice sanitaria, con il figlio (anziano che tra l’altro si è salvato dal Virus). Questa immagine è stata giudicata la “Best Photo of The Contest” al Jewelsphoto International Cirtuit (quattro saloni con giurie diverse), dopo essere stata inviata (con altre del reportage) al Concorso Nazionale di Manfredonia.
Contest e iniziative benefiche a parte, le foto di Lella Beretta e il libro di Sergio Macciò resteranno a perenne testimonianza di quanto l’ospedale di Vercelli (con quelli di Borgosesia e di Gattinara) sia riuscito a fare – e per Macciò si è trattato di un vero miracolo – per salvare centinaia di persone in quella che è stata l’ora più buia di sempre per l’intera sanità italiana. Ma serviranno anche per affermare, con la loro forza che abbassare la guardia adesso non sarebbe solo sciocco e incauto, ma anche criminale.
Edm
In Italia abbiamo salvato migliaia di persone e lo sapevamo gia dalla tivvù, altrove pare che le abbiano uccise ! ? : https://www.maurizioblondet.it/il-lockdown-ha-ucciso-due-persone-ogni-tre-che-sono-morte-di-coronavirus-al-culmine-dellepidemia/
A livello nazionale però la foto pubblicata da tutti i quotidiani nazionali e anche su NYT rimane quella della figlia che saluta la mamma in casa di riposo. È di Andrea Cherchi altro Vercellese illustre.