Apprendiamo con piacere che ieri, in data 15 aprile, a poco meno di quaranta giorni dall’ordinanza che ci faceva restare tutti a casa (ma che ci consente – lavoratori a parte -di andare a fare la spesa e in farmacia), la Regione Piemonte ha annunciato che distribuirà a tutti i cittadini cinque milioni di mascherine, propedeutiche alla famosa fase 2 in cui qualcuno in più potrà andare a lavorare, uscire, aprire qualche negozio, qualche azienda. Fase 2 che, per il Piemonte, è però più misteriosa del terzo Mistero di Fatima: probabilmente ne è a conoscenza l’ineffabile capogruppo della Lega Alberto Preioni, ma non lo svela perché non è abituato a parlare a vanvera.
Ma tornando alle mascherine che verranno distribuite (forse) a maggio, ci preme sottolineare due cose. La prima è che la Regione dovrebbe evitare di farsi contagiare dal virus dell’annuncite che, pure, suoi autorevoli rappresentanti da sempre combattono nelle amministrazioni gestite dal centrosinistra o da M5S. Annunci la distribuzione dei Dpi quando è in corso, non prima.
Secondo, che, forse, sarebbe opportuno che, in attesa della leggendaria fase 2, la Regione si premurasse di distribuire adesso un po’ di mascherine e Dpi per i medici e gli infermieri visto che il nostro fantastico Carlo Olmo (per noi presidente del Consiglio honoris causa) continua a sopperire di tasca sua, esaurendo richieste da tutto il Piemonte: abbiamo segnalato ieri le duemila mascherine donate all’Oncologia Pediatrica del “Regina Margherita” di Torino e aggiungiamo gli sos rcevuti proprio questa mattina dalla struttura Villa Serena di Moncalvo, dall’hospice Zaccheo di Casale Monferrato e dallo stesso ospedale Casale. Senza contare i Dpi già spediti da Olmo agli ospedali di Borgomanero e di Acqui Terme.
Perché se è vero che, come ha detto lo stesso Presidente Cirio, il Covid è un po’ pigro a lasciare il Piemonte, e prenderlo a calci è problematico, sarebbe forse ora di provvedere anche adesso. Non solo da maggio in poi.
Von Blücher