La Regione approva il piano sanitario che realizzerà 3 case di comunità, un ospedale territoriale e 2 centrali operative nel vercellese

Il Consiglio regionale ha approvato oggi il nuovo piano regionale delle strutture sanitarie di prossimità che porterà a realizzare 91 Case di comunità, 29 Ospedali di comunità e 43 Centrali operative territoriali in tutto il Piemonte, per 214 milioni di euro di investimento complessivo, tra finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altri finanziamenti.
Per il vercellese il Piano prevede la realizzazione di tre Case di Comunità, a Vercelli, Varallo e Santhià, strutture in cui operano équipe multiprofessionale di medici di medicina generale, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute con la possibilità di ospitare anche assistenti sociali. Un Ospedale di Comunità che sorgerà a Gattinara e si occuperà di ricovero breve e destinato a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. E anche due Centrali Operative Territoriali, che avranno la funzione di organizzare e coordinare le attività avendo anche funzione di coordinamento della presa in carico del paziente e raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza. Le Centrali Operative Territoriali avranno sede a Serravalle e Vercelli.
Il vercellese però perde, rispetto alla proposta iniziale della Giunta, una Casa di comunità, che verrà realizzata a Cavagnolo anziché a Crescentino, nell’ambito di un edificio pubblico già disponibile, anziché a Crescentino. Va comunque ricordato che tale struttura non rientra nel territorio dell’Asl di Vercelli ma in quello della To4.

L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha espresso soddisfazione per il voto del Consiglio regionale: “Compiamo un passo storico sulla strada del rafforzamento dell’assistenza sanitaria di prossimità sull’intero territorio piemontese. Attraverso l’approvazione del piano di realizzazione delle strutture sanitarie intermedie, promuoviamo un nuovo modello di presa in carico del paziente che garantisce il migliore rapporto di continuità assistenziale nel percorso di cura tra ospedale e territorio e viceversa. Abbiamo voluto rimediare ai tagli operati dal Governo centrale trovando risorse alternative per finanziare la realizzazione delle 9 Case di comunità e dei 2 Ospedali di comunità rimasti esclusi dal Pnrr, proprio per rendere il più possibile diffusa la rete delle nuove strutture di prossimità. Per la prima volta dal 2014, dopo tanti ridimensionamenti degli ospedali, il Piemonte torna a incrementare i posti letto del Servizio sanitario regionale, con un investimento complessivo di 214 milioni di euro per circa un migliaio di posti letto, cogliendo al meglio un’opportunità senza precedenti”.

“La pandemia ci ha insegnato che sulla sanità non si taglia, si investe. Ed è quello che stiamo facendo con un piano senza precedenti che ci permetterà di creare l’ossatura di quella medicina territoriale che in Piemonte manca e di cui l’emergenza sanitaria ci ha mostrato tutte le criticità – ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Dal 2014 non si aumentavano posti letto sul nostro territorio e oggi torniamo a farlo rendendo sempre più vicine ad ogni cittadino piemontese le migliori cure che possiamo garantire. Ringrazio il Consiglio regionale per aver approvato con tempi estremamente rapidi questo grande piano di intervento, che adesso può finalmente prendere forma”.

Durante la votazione sono intervenuti anche i consiglieri vercellesi Alessandro Stecco (lega) e Carlo Riva Vercellotti (Fdi).

Alessandro Stecco

Per Stecco “con questa delibera la Regione si dota di strutture di medicina territoriale. Diversi Paesi europei, che in questo campo sono più avanti di noi, hanno saputo rispondere meglio all’emergenza nella pandemia e all’affollamento ospedaliero. Riteniamo che chi andava interpellato, direttori generali delle Asl e sindaci, sia stato interpellato e che la condivisione, rispetto ai tempi a disposizione, sia stata massima. Quello di oggi è un percorso che, con il voto di questa delibera, pone solo il primo tassello di un progetto con un respiro molto ampio. Oggi si parla di hardware, di dove gli ospedali, le case di comunità e i centri operativi territoriali andranno ad insistere. Ma come queste strutture opereranno, il software, sarà il Decreto Ministeriale 71 ancora in itinere a definirlo. Esiste una riforma della medicina territoriale di cui la mappa di oggi è solo un tassello, e molte delle domande e perplessità che la minoranza ha portato in aula fanno parte di una dialettica politica che verrà ampiamente superata da informazioni che arriveranno, non dalla Regione, ma dal ministro Speranza e da AgeNaS, e che ci permetteranno di modulare gli interventi. Tra queste indicazioni sicuramente il tema del personale, già approcciato dal ministero della Sanità con una deroga ai tetti di spesa con una programmazione a salire dal 2022 fino al 2026. Il tutto con l’auspicio di un Piano Sanitario Nazionale, che manca da troppo tempo”.

Carlo Riva Vercellotti

Per Carlo Riva Vercellotti “la delibera rappresenta una pietra miliare di questa legislatura perché con essa parte il futuro di una sanità piemontese più vicina al territorio e ai cittadini. Abbiamo scontato la mancanza di un’adeguata medicina territoriale soprattutto nel corso della pandemia e ringraziamo l’assessore per aver fatto sì che, nonostante il taglio dei fondi deciso dal Governo, il Piemonte possa comunque realizzare quanto previsto. La pandemia ci ha fatto aprire gli occhi sulla necessità dei servizi di prossimità sul territorio”.

 

 

Ecco gli elenchi delle strutture realizzate in Piemonte

1 pnrr ospedali di comunità

1 pnrr centrali operative territoriali

1 pnrr case di comunità

 

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