Vercelli – “Caso Cannata”. Anche se il vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli non sarebbe formalmente iscritto a Fratelli d’Italia, ma eletto come “indipendente” nella lista del partito di Giorgia Meloni alle amministrative dello scorso maggio, la Meloni stessa condannata senza appello le parole del medico vercellese su Facebook. “Le sue affermazioni, gravissime – scrive la leader del partito sempre su Facebook – non rispecchiano il pensiero di Fratelli d’Italia. Non c’è posto per chi scrive certe cose in Fratelli d’Italia”.
“Ma – rilancia forse un po’ fuori tema la Meloni nello stesso post – non accettiamo lezioni da nessuno, soprattutto dal Pd che non ha avuto nemmeno la decenza di prendere provvedimenti nei confronti di un suo sindaco agli arresti domiciliari perché coinvolto nello scandalo di Bibbiano”.
In una dichiarazione raccolta da Repubblica, lo stesso Cannata si scusa per le sue assurde parole in questo modo: “Non sono omofobo e non intendevo assolutamente offendere nessuno. Se l’ho fatto, chiedo scusa”.
Continua Cannata: “Sono un medico, ho sempre aiutato tutti e ho tanti amici omosessuali che stimo e a cui voglio bene”.
Il vicepresidente del Consiglio comunale quindi prosegue “Non intendo in alcun modo giustificarmi, mi dispiace molto per quanto è accaduto. Ero indignato per le vicende di Bibbiano, per quei bambini tolti ai genitori senza motivo, e volevo esprimere tutta la mia indignazione per quei fatti. So di avere utilizzato parole improprie e mi dispiace. Spero che queste mie scuse possano essere accettate da chi si è sentito offeso e mi auguro che non si strumentalizzi questo inciampo”.
L’onda della polemica però pare ormani inarrestabile, amche perchè la vicenda ha concquistato la ribalta nazionale.
Il Pd di Vercelli in una nota invoca le dimissioni. “Il PD di Vercelli, rispettoso del voto delle recenti elezioni, ha atteso in questo mese i provvedimenti e le scelte politiche della nuova amministrazione per poter esprimere giudizi di merito su tali questioni – scrive il Pd -. In questi giorni però alcuni esponenti istituzionali della nuova maggioranza comunale hanno reso tristemente “famosa” la nostra Vercelli in tutta Italia a causa di alcune dichiarazioni rilasciate su Facebook che lasciano davvero allibiti. Ci riferiamo a quanto affermato da Emauele Pozzolo, segretario provinciale di Fratelli d’Italia e Assessore Comunale, in merito a una delicata vicenda relativa a un nostro concittadino, invalido civile al 100%, da lui indirettamente definito “parassita e occupante abusivo”, senza alcuna sensibilità o capacità di comprendere che la responsabilità di governo impone un atteggiamento di operosa umiltà volto in primis a risolvere i problemi delle persone (e poi a scrivere commenti d’effetto per i propri “followers”).
Il secondo e se possibile ancora più grave, riguarda le dichiarazioni del neo eletto Vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli, Dott. Giuseppe Cannata che commentando sempre su Facebook un articolo sul Gay Pride di Bologna del 2018 ha incitato ad ammazzare “tutti ste lesbiche, gay e pedofili”. Ora queste dichiarazioni già gravi se dette al bar da uno sconosciuto, diventano inaccettabili se rese pubbliche da un rappresentante istituzionale della nostra città. Una città che ha da poco ospitato il suo primo Pride, con una gioiosa e colorata manifestazione cui hanno partecipato diverse centinaia di cittadini, tra cui moltissime persone che fanno parte della comunità LGBT e che, secondo il nostro Vice presidente del Consiglio, avremmo dovuto “sopprimere con la forza”. Questo cortocircuito istituzionale va risolto con le dimissioni del Dott. Cannata dalla carica di Vice presidente del Consiglio comunale. Un gesto teso a ristabilite in città un clima normale convivenza civile che permetta anche di ridare dignità all’immagine di Vercelli, dato che tutta Italia si è interessata alla vicenda. Il PD di Vercelli prende infine atto delle dichiarazioni di Giorgia Meloni che ha preso le distanze dal Dott. Cannata. La parte in cui si dice che Fratelli d’Italia non accetta lezioni dal PD sul caso in questione, richiamando per l’ennesima volta la vicenda di “Bibbiano”, rappresenta un goffo quanto inutile tentativo di consigliarci il “silenzio” che rispediamo con forza al mittente”.
Anche l’ex sindaco Maura Forte, ora all’opposizione, invoca un “intervento urgente del Sindaco Corsaro: in pochi giorni Vercelli ha avuto la ribalta nazionale per comportamenti di due Amministratori a dir poco inaccettabili. Il ruolo dell’Amministrazione, come riportato nel Codice Etico per gli amministratori locali, della Carta di Pisa: “L’amministratore deve conformare la sua condotta ai doveri istituzionali di servire la Comunità con diligenza, rettitudine e trasparenza, nel rispetto dei principi del buon andamento ed imparzialità dell’Amministrazione e dei principi di disciplina ed onore nell’adempimento delle funzioni pubbliche sanciti dall’art. 54 della Costituzione. A tale fine, l’amministratore si impegna a svolgere il suo mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine della Pubblica Amministrazione.” “È inaccettabile – prosegue la Forte – che i due neo Amministratori, peraltro con esperienze già consolidate precedentemente, non conoscano il significato del rispetto della persona a prescindere dalle idee, dai comportamenti, dalle appartenenze politiche, dall’orientamento sessuale. Il rispetto è il caposaldo di qualsiasi relazione. Purtroppo non è così e lo sfogo alle volgarità, alle offese mediante l’uso dei social è stata la vergogna che ha colpito tutti noi. Vercelli non può scendere così in basso. E’ dovere del Sindaco salvaguardare l’Amministrazione intervenendo immediatamente per correggere questa deriva negativa. Con le dimissioni dei due Amministratori e le dovute scuse alla Città, potremo correggere questa deriva dando un segnale educativo molto importante. In ogni caso dai banchi della minoranza agiremo con atti ufficiali -in pratica significa una mozione di sfiducia – e con la determinazione dovuta”.
Sulla questione interviene anche l’ex consigliere regionale e oggi esponete di +Europa Gabriele Molinari che su Facebook scrive: “Nel giro di pochi mesi la politica vercellese è salita più volte agli onori delle cronache nazionali per le inqualificabili affermazioni di diversi suoi esponenti. Da osservatore penso che quest’ondata di violenza verbale trovi parziale spiegazione nell’esempio di una certa comunicazione politica nazionale, che ormai sdogana qualsiasi cosa nella più assoluta irresponsabilità, dando a chiunque l’idea di poter parlare o scrivere a sproposito. Da vercellese non posso che dispiacermi, e confido che chi deve garantire la rispettabilità delle istituzioni lo faccia. Al di là di questo invito comunque a riflettere sul perché il nostro territorio sia arrivato a registrare una simile frequenza del fenomeno. Qualche domanda sarebbe opportuno porsela, a partire dai contenuti e dallo stile che esprime oggi la politica locale: anche nel gergo, anche nei toni, che sono sempre illogicamente aggressivi. Gergo e toni fuori luogo, soprattutto se consideriamo che si tratta di comunità piuttosto piccole, dove tutti si conoscono da sempre, dove il valore solidaristico dovrebbe essere più sentito. Ricordo bene la prima repubblica, so che trent’anni fa non avrebbero potuto leggersi o ascoltarsi cose del genere, a ogni latitudine partitica. Le persone e la città venivano prima, il coraggio delle idee era riconosciuto e il rispetto per l’altro non era una pratica retorica. Quando fui eletto a 18 anni in consiglio comunale il primo a parlarmi e a darmi qualche dritta fu un vecchio consigliere del Msi, Bruno Aquilini. Non era mai scomposto, mai sopra le righe. Aveva le sue idee, ne parlavamo, io gli spiegavo le mie. Ho un gran bel ricordo. Era forte il senso delle cose reali, erano forti la lealtà personale tra avversari e la consapevolezza dell’essere istituzione. Il rispetto verso i cittadini era scontato, naturale. Il politicamente corretto non esisteva, perché non ce n’era bisogno”.