La fusione con Sali si arena: niente referendum

Ancora una volta il Consiglio comunale di Vercelli si è espresso in modo contrario alla delibera di modifica dello Statuto per indire un referendum finalizzato alla consultazione dei cittadini sulla fusione con Sali. Una decisione contraria ai voleri della maggioranza e del Sindaco Forte, da sempre caldi sostenitori della fusione. Il progetto di unire i due Comuni per ora, dunque, si ferma.

Il problema, al solito, sono i numeri. Il consiglio comunale parte infatti con 20 presenti: 14 di maggioranza, e sei di opposizione, 4 SiAmo Vercelli con Catricalà (Movimento 5 Stelle) e Pasquino (Vercelli Amica). La maggioranza da sola non ha i voti per far passare la modifica allo statuto e, dalla minoranza, da giorni lo si sa, non arriva alcun aiuto.
SiAmo Vercelli è critica su tale progetto tanto che Gianluca Zanoni dice: “Abbiamo riso mezzora quando abbiamo letto che il vantaggio per Vercelli è rappresentato dall’ampliamento territoriale e che la decisione della fusione è nata in maniera occasionale dall’incontro degli amministratori. Noi avevamo chiesto uno studio sui costi e i benefici e non abbiamo avuto niente” .

Dal Gruppo Misto, Norberto Greppi, che pure dovrebbe essere conteggiato in maggioranza, ribadisce la sua posizione di “battitore libero” “Mi asterrò come avevo già fatto nella votazione precedente – è l’intervento di Norberto Greppi del Gruppo Misto – avevo chiesto costi e benefici di quest’operazione. Invece non ci è stato dato niente di tutto ciò. Queste due amministrazioni comunali sono in scadenza: non capisco perché debbano vincolare il futuro dei cittadini e dei loro successori”.

Astensioni che, alla fine, valgono come un voto tombale sulla delibera per il referendum. E così nonostante gli appelli di Michele Gaietta e Daniele Peila, che bollano la posizione dell’opposizione come frutto dell’inizio della campagna elettorale, si va al voto: 15 favorevoli e 10 astenuti. Il punto non passa.

Al termine della serata, poi, SiAmo Vercelli diffonderà un comunicato sulla loro posizione e sulla questione Sali: “Il progetto di fusione tra Vercelli e Sali, sbandierato dal sindaco come il “colpo del secolo”, non ha fondamenta e non garantisce alcun ritorno positivo per la città. A dispetto dei proclami, non è affatto vero che esso porti due milioni di euro all’anno per dieci anni: questa è soltanto la cifra teorica massima che si potrebbe chiedere mentre quella reale dipende da molte cose, prima tra tutte il numero di richieste simili da soddisfare. Più richieste ci sono e minore sarebbe la cifra per Vercelli, sempre ammesso che il progetto di fusione sia approvato. Altri benefici non ce sono”. “Ignoti sono anche i costi dell’operazione: cosa significa erogare servizi a cittadini che vivono a oltre 10 chilometri dalla città? e quanto costa mantenere le strutture di Sali, tra cui il cimitero, il palazzo del comune, le strade e le aree verdi? – proseguono i SiAmo -.
Insomma, il “colpo del secolo” all’atto pratico non garantirebbe affatto i benefici economici sbandierati dal sindaco ma anzi potrebbe perfino diventare un boomerang per il futuro. E non è un caso che sia stato “scoperto” e promosso in prossimità della fine del mandato e nell’imminenza della campagna elettorale. Nella maggioranza traballante, in crisi evidente in vista delle elezioni 2019, la fusione con Sali si è imposta come un argomento perfetto: cominciamo a dire che, grazie a noi, arriveranno due milioni di euro all’anno, poi si vedrà. Un po’ com’è successo con tanti altri “colpi del secolo” annunciati, a partire dalla vendita di Atena a Iren, uno degli affari peggiori nella storia della città. Per questo, SiAmo Vercelli non sosterrà il progetto di fusione, perché fatto così può solo fare del male a Vercelli – e anche a Sali. Vercelli merita un progetto più serio, studiato nei dettagli con gli altri comuni vicini, che porti concreti benefici economici e sociali per il territorio, che sia vincente nel medio e lungo periodo. Un progetto che elaboreremo l’anno prossimo, quando saremo alla guida della città”.

 

l.a.

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