Il Consiglio Comunale di Vercelli si è espresso in modo compatto condannando il “comportamento deplorevole” e “di grande arroganza” tenuto dall’azienda svedese Perstorp sul caso Polioli. Si tratta dell’avvio della procedura di licenziamento per i 72 dipendenti che potrebbe concretizzarsi nel giro di un mese, che ha gettato nella disperazione lavoratori e famiglie, dipendenti ai quali, quasi fosse una beffa, è stata anche offerta come indennizzo la cifra di 1000 euro a testa.
La crisi drammatica ha tenuto banco ieri sera per una parte del Consiglio comunale. Vi era anche una mozione presentata dai gruppi di minoranza, oltre alle mosse compiute dal sindaco con incontri con i sindacati e la convocazione in Regione di un tavolo sulla crisi su iniziativa dell’assessore Gianna Pentenero. Tramite i consiglieri regionali, poi, è stata chiesta un’audizione alla presenza del console svedese per trattare il tema mentre, a livello nazionale, è già stata presentata un’interrogazione al ministro del Lavoro, Luigi di Maio.
“Ci siamo anche mossi con i canali di comunicazione per portare la vicenda della Polioli alla ribalta nazionale e internazionale – assicura il sindaco -: non possiamo permettere che aziende straniere si comportino in questo modo, acquisendo aziende e, dopo pochi mesi, chiudendo lo stabilimento per portare il know how in altri siti produttivi”.
Nella mozione, che è stata approvata, è stata proposta una mobilitazione in città, un manifestazione che faccia portare Vercelli alla ribalta nazionale e internazionale per il “vergognoso caso Polioli”. Realtà su cui insiste anche un problema ambientale. “Il terreno è di proprietà della vecchia Polioli – spiega il sindaco -, quindi non esiste il problema della Perstorp che chiude e ci resta il terreno inquinato. Il terreno non è della Perstorp, ma della Polioli che è obbligata a fare la bonifica, così come è obbligata a fare i monitoraggi”.
Di “pagina nera per la città” parla Gianluca Zanoni di SiAmo Vercelli, confermando l’adesione al progetto di creare un caso mediatico sulla chiusura dello stabilimento. “E’ un vero insulto. Attacchiamoli anche sui social. E ai colleghi Stecco e Catricalà chiedo uno sforzo in più, visto che avete due ministri di peso”.
Per Michelangelo Catricalà, M5S, che sulla questione ha inviato un comunicato, la vicenda è gravissima: “I lavoratori dall’oggi al domani si sono trovati in una situazione che non potevano immaginare. L’invito che rivolgo a tutti i consiglieri comunali è: andate al presidio. Sono in contatto con i nostri portavoce romani ed europei. Io sono uno che rompe le scatole fino allo sfinimento. Farò di tutto per stare al vostro fianco. Il disegno della Perstorp è ora chiarissimo: l’azienda svedese era interessata esclusivamente all’acquisizione di know-how e, soprattutto, al portafoglio di clienti di PoliOli, senza alcuna reale volontà di mantenere la produzione e i posti di lavoro in Italia. Una situazione che, per noi del MoVimento 5 Stelle, è inaccettabile: l’eurodeputata Tiziana Beghin ha prontamente sollecitato la Commissione europea con un’interrogazione, e ha inviato una lettera sia ai parlamentari svedesi del parlamento europeo, che alla Commissaria Cecilia Malmström, la più alta carica svedese in forza alle istituzioni europee, al fine di trovare una soluzione”.
“Pur non trattandosi di un atto illegale – ha detto anche l’eurodeputata Tiziana Beghin – ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di guerra fratricida: si può davvero parlare di Unione, se ogni anno le vite di migliaia di famiglie vengono sconvolte da decisioni dettate dal mero profitto privato? Tra l’altro la Perstorp si vanta sul proprio sito ufficiale di prestare la massima attenzione alla responsabilità sociale d’impresa. Una dichiarazione di intenti che, nei fatti, si è rivelata la più classica delle opere di greenwashing”.
Anche da Enrico Demaria di Vercelli Amica è arrivata la richiesta di una “mobilitazione straordinaria per far consoscere a tutti come la Perstorp si sia comportata male, da filibustiere”.
l.a.