“Il legno che canta”: Giulio Tampalini ha suonato con il suo Maestro nel cuore

Ha suonato ogni nota, ogni frase musicale sottolineando di averle studiate con il suo maestro, Angelo Gilardino. E poi ha ricordato che proprio in quella sala, il Dugentesco, quindici anni fa gli aveva dedicato, con un quartetto d’archi della Camerata Ducale il “Quintetto di Lucedio”. “L’aveva scritto per me – ha raccontato al pubblico del Dugentesco – come regalo di nozze, dicendomi, con la sua solita ironia: ‘Potevo regalarti un frigorifero, ma ho preferito regalarti questo Quintetto’. È stato un uomo fantastico e sono felice che abbiate scelto di ricordarlo con questa bella iniziativa”.

Così, sabato sera, il chitarrista bresciano Giulio Tampalini tra un brano e l’altro del concerto della rassegna ‘Il legno che canta’, organizzata dall’Associazione Angelo Gilardino, con il Comune.

In sala c’era anche il presidente dell’Associazione, Marco de Santi, altro maestro di Tampalini, e c’era il direttore delle due più importanti riviste musicali italiane, “Amadeus” e “Suonare News’, Filippo Michelangeli  che, prima del concerto, ha a sua volta ricordato Gilardino.

Tampalini è staro addirittura commovente nel far rimarcare il cammino compiuto assieme a Gilardino e, prima del pezzo conclusivo del programma, la “Fantasia sulla Traviata”, attribuita a Francisco Tarrega, ha avuto la delicatezza di citare anche un altro illustre e compianto maestro vercellese, che aveva avuto modo di conoscere e apprezzare, Franco Perone.

E poi, ovviamente, il concerto: un incanto. Tampalini ha spiegato la scelta dei pezzi, tutti studiati e approfonditi con Gilardino: musiche molto famose di Ferenk Farkas, Frank Martin e Francesco Malipiero, autori che Gilardino prediligeva. Poi, due tra le composizioni più conosciute, eseguite e amate dello stesso Gilardino: lo “Studio di virtuosità e trascendenza n. 32 – L’embarquement pour Cythère” e “Colloquio con Andrés Segovia”. Quindi, prendendo spunto da Segovia, le “Variazioni su un tema di Cabezon” di Manuel Maria Ponce e, appunto, le ‘Variazioni sulla Traviata”, che figuravano nel repertorio del re della chitarra. Il tutto reso meravigliosamente con la sua bella chitarra “Woodfield”.

Anche lo stupendo bis è stato scelto pensando a Gilardino. “Amava il chitarrista e compositore Luigi Mozzani e voleva che la sua opera fosse conosciuta e tramandata. Un giorno mi disse: ‘Giulio, dobbiamo fare qualcosa per Mozzani’”. Così come bis, nel ricordo di quell’esortazione, Tampalini ha suonato un “Preludio” del musicista faentino. Il pubblico – tanti i giovani chitarristi presenti – non avrebbe più smesso di applaudire”.

Quello di Tampalini è stato il quarto concerto della rassegna, dopo quelli di Alberto Mesirca, Christian Saggese e Luigi Attademo. Il prossimo, in accordo con la Camerata Ducale, è in programma sabato 2 marzo: ne sarà protagonista il duo formato da Lucio Matarazzo e Giovanni Masi.

Intanto, martedì mattina, alle 11, il compositore e chitarrista Kevin Swierkosz-Lenart (che è anche psichiatra), tra i soci fondatori dell’Associazione Angelo Gilardino, terrà una master class al Liceo musicale “Lagrangia” sul tema “Il mestiere del compositore”. È la prima delle quattro previste nel variegato cartellone del “Legno che canta”: le altre saranno tenute nei prossimi mesi da Luigi Biscaldi, Gianni Nuti e Luigi Attademo.

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