Grande mostra fotografica della Rete al “Leone” per celebrare il cardinale Guala Bicchieri

Gianni Mentigazzi e Maurizio Roccato

 

A Vercelli sono ancora in tanti a ricordare la fantastica notte di Natale del 2004, quando, in Sant’Andrea, venne ufficialmente celebrato il ritorno in città del preziosissimo “cofano” del cardinale Guala  Bicchieri, recuperato nel 1823 dall’architetto Carlo Emanuele Arborio Mella, durante i lavori di restauro della basilica di Sant’Andrea: contenente spoglie del cardinale, era stato murato in una colonna della parete sinistra del presbiterio.  Il preziosissimo scrigno, uno dei pezzi più pregiati usciti dai laboratori dei maestri orafi di Limoges, era poi diventato la bara del cardinale. L’architetto Arborio Mella aveva fatto rifare la cassa in legno – chiaramente deteriorata dopo quasi seicento anni – risistemandovi però tutte le preziosissime decorazioni, compresi gli smalti di Limoges. E dopo il restauro, l’arcivescovo di allora, monsignor Giuseppe Maria Grimaldi, riconoscente all’Arborio Mella, lo aveva donato alla famiglia dell’architetto.

E siamo così arrivati alla fine del Novecento. Il cofano, appartenente ad un ramo milanese degli Arborio Mella, era stato dapprima esposto al Louvre e poi al Metropolitan di New York, e quindi messo in vendita dalla famiglia al prezzo – allora c’era ancora la lira – di tre miliardi. Tralasciamo le polemiche che si erano allora scatenate sul fatto che il Comune di Vercelli aveva scelto di non partecipare all’asta, e veniamo al dunque: lo scrigno se lo era aggiudicato il Museo Civico d’Arte antica di Torno, che ha sede a Palazzo Madama.

Il cardinale Guala Bicchieri

E arriviamo al nostro 2004. A Torino (presenti il sindaco Chiamparino, l’assessore alla Cultura, il compianto Fiorenzo Alfieri, e il presidente della Regione Ghigo) si inaugura l’esposizione dello scrigno a Palazzo Reale, prima dello spostamento definitivo del pregiatissimo pezzo manufatto nella sede definitiva di Palazzo Madama. Presente anche, per il Comune di Vercelli, l’assessore alla Cultura Pier Giorgio Fossale.

In quei giorni era appena arrivata la notizia che Palazzo Madama sarebbe però diventato la sede operativa dell’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2006. Quindi, il “cofano” avrebbe dovuto attendere prima della collocazione definitiva al Museo Civico d’Arte Antica.  A quel punto Fossale lancia la proposta: “Perché non lo imprestate a noi almeno per qualche mese? Vercelli, la città del Cardinale, potrebbe esporlo prima in Sant’Andrea e poi nel Museo del Tesoro del Duomo”. Con l’appoggio essenziale alla proposta da parte dell’assessore Alfieri – cosa che Fossale ha sempre riconosciuto – Chiamparino e Ghigo accettano, a patto che (si era nel mese di settembre), il Comune di Vercelli fosse riuscito ad organizzare un’esposizione acconcia per la fine dell’anno.

Fossale ottiene il via libera dal sindaco Corsaro, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, presieduta allora dall’avvocato Dario Casalini,  garantisce l’appoggio finanziario. Il 24 dicembre 2004, prima della Messa di Mezzanotte, lo scrigno Bicchieri arriva in Sant’Andrea accolto dal Te Deum H146 di Charpentier suonato dai musicisti della Vallotti diretti da Franco Perone. Resterà in Sant’Andrea fino all’Epifania, ammirato da migliaia di vercellesi. Poi venne spostato nel Museo del Tesoro del Duomo fino a maggio: andarono a vederlo oltre diecimila visitatori. Fu in base a quei numeri che Fossale, convinto della forza degli eventi culturali di rilievo, avrebbe messo in cantiere tre ani dopo le grandi mostre Guggenheim.

Ci siamo dilungati sulla recente storia del cofano-Bicchieri a Vercelli perché una copia del preziosissimo manufatto (ora stabile a Palazzo Madama) sarà al centro di una grane iniziativa organizzata al Museo Leone, da venerdì 15 settembre a domenica 8 ottobre da “La Rete – Consulta per la promozione del territorio vercellese”. Tutto l’evento, legato dal fil rouge del numero 23, è stato presentato sabato mattina al Museo Leone dai soci de La Rete. Portavoce, Maurizio Roccato, la “Rete” ha chiamato l’evento “1223, 1823, 2023” per celebrare rispettivamente gli ottocento anni di fondazione dell’ospedale di Vercelli (a cura del Cardinale) e i duecento anni del ritrovamento del cofano diventato bara.

Il meraviglioso scrigno-Bicchieri

Si tratterà di ricchissima mostra storico-fotografica incentrata ovviamente sul personaggio del Cardinal Guala Bicchieri, con esposizione della replica originale del suo cofano medioevale, a cura del padre di Maurizio Roccato, Daniele,  e di una serie di altri oggetti e pannelli che racconteranno la storia del Cardinale che fondò l’ospedale di Vercelli nel 1223. Oltre ad aver creato una mirabile riproduzione dello scrigno per l’evento, al Leone sarà esposta anche una vetrata colorata a grandezza naturale, sempre realizzata da Daniele Roccato, di quelle che un tempo corredavano la nostra splendida basilica e che oggi non ci sono più essendo state portate via per preservarle dalla possibile distruzione durante la guerra. Daniele Roccato, per realizzare quella che sarà ammirata all’ingresso del Museo Leone, si è rifatto ad un acquerello di Carlo Arborio Mella. Alla presentazione del calendario della mostra ha presenziato anche il presidente del Museo Leone, Gianni Mentigazzi.

Ecco, in sintesi,  l’elenco completo degli eventi, a cura de “La Rete”:

Cosa: Mostra fotografica e documentale sul personaggio del Cardinal Guala Bichieri e sull’Ospedale di S. Andrea da lui fondato.

Dove:  presso Il Museo Leone di Vercelli – Via Giuseppe Verdi, 30.

Quando: da venerdì 15/09/2023 a domenica 08/10/23.

orari di apertura: martedì-venerdì 15-17:30 / sabato-domenica 10-12/15-18.

La Mostra sarà visitabile fino al 08 ottobre senza nessuna prenotazione e con ingresso a offerta libera.

Tra i pezzi più importanti della mostra ci sono:

– Una copia del cofano contenente i resti di Guala Bicchieri, ritrovato proprio in un altro “23”: il 1823.

– Una incredibile copia di vetrata colorata a grandezza naturale della Basilica di S. Andrea, basata su un acquerello di Carlo Emanuele Arborio Mella, che riproduce fedelmente quelle originali sparite da decenni.

– Alcune foto e rilievi planimetrici del “foppone”, la fossa comune dove venivano sepolti i morti dell’Ospedale (proprio per questo viale Garibaldi è popolarmente conosciuto come “Lea dal fupon” ovvero viale del foppone).

– Un frammento del tabernacolo del S. Andrea ricostruito da LA RETE che ricorda il motivo per cui non è stato ancora ricollocato in sede.

– Repliche di strumenti chirurgici medievali.

– strumenti medici provenienti dal Museo della Farmacia Picciòla curata dal dottor Carlo Bagliani.

– Un pannello con copia del testamento di Guala Bicchieri, con le cifre delle sue donazioni dell’epoca attualizzate e convertite in euro attraverso un meticoloso studio da parte degli attivisti de LA RETE coadiuvati da esperti numismatici, proprio per rendersi maggiormente conto dei lasciti che il Cardinale ha elargito alle varie istituzioni.

– Un pannello dedicato agli “uomini di Guala”, una serie di illustri personaggi che, a vario titolo, hanno proseguito l’attività di valorizzazione, restauro e miglioramento della Basilica attraverso i secoli.

– Una replica fedele della Magna Carta del 1215, accompagnata da trascrizione latina e traduzione in italiano, e da spiegazioni che mettono in evidenza quanto il documento medievale sia ancora alla base del costituzionalismo moderno.

– Alcune foto dell’evento “Sant’Andrea nelle immagini dal 1900 ai giorni nostri”, che ritraggono le parti della Basilica non più visibili, perché andate distrutte o modificate.

L’Associazione resta a disposizione per qualunque chiarimento, che potrà essere rivolto all’indirizzo e-mail [email protected]

segui l’evento su Facebook -> https://www.facebook.com/events/1078188146674240

La Rete è anche su Instagram -> https://www.instagram.com/larete.vercelli/

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