Gran festa per i 50 anni di professione dell’avvocato-galantuomo Roberto Scheda

Scheda, tra gli avvocati Zancan e Cerrato, mostra con orgoglio la sua medaglia

 

Vercelli – Tra le tante attestazioni di stima e di affetto, in una sala-udienze affollata all’inverosimile di colleghi avvocati, magistrati, cancellieri, uomini della Polizia Giudiziaria, dipendenti, giudici di pace, personale Urp, l’augurio più emblematico a Roberto Scheda (il grande festeggiato per i 50 anni di attività forense) è stato probabilmente quello del collega Renzo Inghilleri, già presidente della Camera Penale di Novara: “Che tu abbia ancora tanta voglia, caro Roberto, di insegnare ai giovani avvocati come si indossa la toga del difensore”.

E’ stato questo un tasto su cui, questa mattina, hanno battuto in tanti, prima che il Presidente dell’Ordine, l’avvocato Danilo Cerrato, tra l’altro ex giovane di studio proprio di Scheda, consegnasse al settantaseienne avvocato vercellese la medaglia con la toga d’oro per i 50 anni di attività.  Anche la Camera penale ha voluto omaggiare il suo Presidente con una targa ricordo, consegnata a Scheda dall’amico Cesare Fiorenzi.

Scheda, al centro con alcuni magistrati e con gli amici avvocati extra vercellesi

Ad esempio, la presidente della sezione penale del Tribunale di Vercelli, Maria Teresa Guaschino, la quale ha sottolineato il comportato processuale sempre esemplare non solo di Scheda, ma di tutti gli avvocati che sono transitati nello studio professionale di via Feliciano di Gattinara: “Grazie all’insegnamento del loro maestro – ha detto – nessuno di loro ha mai usato, pur nei dibattimenti difficili e insidiosi, armi improprie nei confronti delle controparti, specie se si trattava di persone deboli”.

La dottoressa Guaschino ha poi schrzato sugli anni di militanza di Scheda e di se stessa: “Siamo due cariatidi, caro avvocato, perché se lei ha incominciato ad esercitare nel 1969, ed è tra i più anziani in ambito forense, io, che ho incominciato nel 1992, adesso mi ritrovo ad essere la più anziana in ambito giudicante”.

Quindi, la dottoressa Guaschino ha elencato il nome di gran parte degli avvocati che hanno fatto parte negli anni della squadra di Scheda, e quando, per prima, ha citato la compianta Donatella Pallavicini (grande civilista scomparsa prematuramente nel 2005 a soli 47 anni), da tutta la sala De Donato del Tribunale si è levato un lungo commosso applauso, mentre lui, Roberto Scheda, aveva gli occhi lucidi.

L’elenco degli avvocati che, in questi anni, sono passati e sono attualmente nello studio di via Feliciano di Gattinara è poi stato completato dallo stesso Scheda. Eccolo: Edmondo Dibitonto, Roberto Rossi, Sara Demaesttri, Raffaella Giuliano, Danilo Cerrato, Marco Fusignani, Daniela Buffa, Michela Mandosso, Alessandro Turina, Filippo Campisi, Federico Andreoli, Stefania Corradino, Rosella Buro, Fabio Merlo, Antonella Gianasso, Marco Vaccarone, Daniele Baglione, Marco Mortarino, Laura Perrotta, Alessandro Scheda, Sara Scheda, Paolo Codegoni e, appunto, Donatella Pallavicini.  

Scheda con il Consiglio dell’Ordine

Gran parte di loro c’era questa mattina e, fra assenze autorevoli più che giustificate, che hanno mandato messaggi affettuosi (gli avvocati Cesare Zaccone, Alberto Mittone e Fulvio Gianaria) e assenze forse non giustificabili, c’erano pure presenze autorevoli da fuori città come quelle degli avvocati Giampaolo Zancan e Luigi Tartaglino di Torino. Zancan, vecchio amico e spesso fiero rivale di Scheda, ha parafrasato la conclusione del processo nel grande romanzo dostoievskiano “I Fratelli Karamazov”, gridando “Urrà Roberto Scheda” anziché “Urrà, Karamazov”.

Gli avvocati che gremivano la sala udienze

E dopo aver ricevuto grandi attestazioni di stima anche dal procuratore  Pier Luigi Pianta – il quale ha ricordato che la fama di Roberto Scheda gli era giunta anche quando egli era pretore a Biella, prima di trasferirsi a Vercelli – è toccato a lui prenderne la parola.

Emozionato forse come non gli era mai accaduto in quell’aula, Scheda ha subito parlato dei suoi maestri, citando Marcello Gallo, Michele Caldarera e Cesare Zaccone. E poi l’affetto che lo aveva subito legato al giudice Attimonelli e, ovviamente ha ricordato suo suocero, l’avvocato Radice, un altro maestro, più che maestro.

Il pm Pianta e la dottoressa Guaschino

Poi ha voluto ringraziare tutti, proprio tutti, rivolgendo un altro pensiero speciale a Donatella Pallavicini (“una ferita ancora aperta”). E si è arrivati  alla fine della cerimonia. Di solito, quando qualcuno arriva alla “toga d’oro”, i colleghi, gli amici, i dipendenti di tutto il Tribunale e della Procura gli fanno un regalo a sorpresa, andando ad esplorare gli hobby e le passioni dell’interessato. Ma stavolta non c’è stato alcun dubbio: sono stati raccolti fondi da destinare all’Associazione Angsa (che tutela i giovani autistici) e, sapendo tutti quanto Scheda abbia a cuore questa causa, si è trattato di un dono che il destinatario ha gradito in modo particolare.

Scheda ha contraccambiato con commozione, lacrime e un sontuoso rinfresco, precisando che il vino, un Grignolino speciale, era stato prodotto dal suo terzo figlio non avvocato, Massimiliano, e dal genero Daniele Balocco nei vigneti di Treville, nel Monferrato.

L’intervento conclusivo dell’avvocato Marco Bussi

Prima del rinfresco, l’affettuoso saluto di Marco Bussi, il collega più anziano di professione, più anziano anche di lui, il quale congratulandosi con Scheda, gli ha ricordato che, ai suoi tempi, in Tribunale, c’era un solo avvocato-donna, Teresa Certa, e nessuna donna tra i giudici. “Ma era – ha scherzato – preistoria”.

 

 

Edm

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