Torino – Maggiorenne da poco più di dieci giorni, Giulia Maria Rimonda, violinista e figlia d’arte, che gli appassionati di musica classica del Civico di Vercelli adorano e hanno adottato ormai da tredici anni (da quando suonò Jingle Bells nel Concerto di San Silvestro del 2007), è diventata ufficialmente “artista residente” della “Fondazione La Società dei Concerti” di Milano. Ciò significa che, da quando finalmente si potrà ripartire con le stagioni musicali, Giulia sarà protagonista stabile della più prestigiosa rassegna concertistica d’Italia, con i maggiori interpreti della musica internazionale (dal 1983, in oltre 1500 appuntamenti, sono sfilati giganti come Arturo Benedetti Michelangeli, Maurizio Pollini, Nikita Magaloff, Salvatore Accardo, etc) e con alcuni giovanissimi talenti come lei.
In questi giorni, Giulia Rimonda – come tutti gli italiani – è rigorosamente in lockdown, ma nell’alloggio di via Nicola Fabrizi 22, a Torino, pure in tempo di pandemia c’è poco tempo per il divertimento e lo svago.
Vero, Giulia?
“Verissimo, mamma, papà ed io studiamo in continuazione, prepariamo pezzi, affiniamo e potenziamo il repertorio per essere pronti quando finalmente ci sarà la ripartenza e potremo tornare a suonare in pubblico”.
Ti manca il pubblico?
“Tantissimo, e più di ogni altra cosa mi manca il rapporto diretto con i miei amici musicisti, soprattutto con quelli della Camerata Ducale Junior. Stavamo portando avanti un progetto bellissimo, e questo maledetto virus, oltre a tante vite umane, che è la cosa che ovviamente più mi angoscia, più di tutte le altre, pensando al dolore di tante famiglie, ci ha portato via anche questi rapporti quotidiani”.
Però vi sentite via Skype…
“In continuazione, ma non è la stessa cosa. Sento gli amici, i colleghi, ci confrontiamo anche sulla musica, sui progetti che intendiamo portare avanti….”
Ad esempio?
“Ad esempio, con i solisti della Ducale Junior stiamo pensando di indirizzarci verso una stagione leggermente diversa da quella che era in corso e che è stata bloccata dal Covid, puntando soprattutto sui concerti da camera in cui i maestri preparatori possano essere protagonisti con noi“
E la Ducale Junior avrà un ruolo, grazie a te, nella prestigiosissima stagione della Società dei Concerti di Milano?
“Questo non posso saperlo, ma spero di sì. Sarebbe bellissimo”.
Come sei riuscita a diventare “artista residente”?
“Presumo che sia dipeso tutto da un recital che ho tenuto a novembre, con il bravissimo pianista Riccardo Bisatti, all’Auditorium ‘Gaber’ di Milano, su iniziativa del Cidim, il Comitato nazionale italiano di musica. Suonai Respighi, Beethoven, la Sonata numero 1 di Schumann. Fu un successo e poco tempo dopo, con gioia immensa, ricevetti la proposta di entrare a far parte del ristretto novero degli artisti ‘residenti’. Poi nei giorni scorsi, l’annuncio ufficiale, con il pensiero di poter prima o poi annunciare il tabellone ufficiale della stagione. Non mi sembra ancora vero”.
E ovviamente anche per questo tu, ogni giorno, dedichi ore e ore alla musica…
“Certo. E soprattutto registro video da mandare ai miei maestri, che devono continuare a seguirmi. Per uno di loro non ci sono problemi perché è quello cui tengo più di tutti, mio padre. Ma mi faccio ascoltare anche da Pavel Berman, Salvatore Accardo, dalla grande Sonig Tchakerian e da un nuovo, giovanissimo maestro, ormai considerato tra i più grandi violinisti esistenti: l’avete ascoltato tutti sabato 1° febbraio al Civico: è Emmanuel Tjeknavorian….
Questo è fantastico… E’ dunque nato un sodalizio artistico anche con lo straordinario artista viennese?
“Sì, e ne sono orgogliosa. Posso anticipare – e spero che mamma e papà mi perdonino per la ‘soffiata’ – che durante la prossima stagione farò un concerto da solista con la Ducale proprio diretta da lui…”
A proposito di sodalizi artistici. In questi giorni di lockdown riesci ad imbastire concerti con altri musicisti lontani?
“Sì, ma è molto complicato. Però, sempre su richiesta del Cidim, la pianista bresciana Ilaria Cavalleri ed io abbiamo realizzato un video per l’Istituto italiano di Istanbul, dove saremmo dovute andare a suonare. E’ una sorta di saluto, con poche parole e tanta musica: siamo riuscite a proporre, e penso in modo più che soddisfacente, lo Scherzo in do minore dalla Sonata F.A.E.di Brahms, la “Suite italienne” di Stravinsky, e il “Salut d’amour” di Elgar. Tra non molto questa performance dovrebbe comparire su YouTube”.
Su YouTube ci sono già però le tue “Note in Quarantena”, in cui annunci appunto il tuo ingresso tra gli “artisti residenti” della Fondazione milanese e regali a tutti una divertente Fantasia di Antonio Bazzini, con l’accompagnamento della mamma, Cristina Canziani, al pianoforte, sui motivi della Traviata. Lo pubblichiamo qui in calce all’intervista. A proposito dell’accompagnamento della mamma e del fatto che anche tuo padre continui a tenersi in allenamento, siete fortunati ad avere una casa grande….ma chissà i vicini…
“Sì è una casa grande, ma quando suoniamo tutti assieme posso immaginare i vicini, con i quali però siamo in buonissimi rapporti…”
Però suonate, suonate e suonate… Capisco che non è solo lavoro, ma anche divertimento per artisti del vostro livello, ma non vi rilassate mai in via Fabrizi 22?
“In effetti io devo anche studiare perché proprio quest’anno avrei la maturità al Liceo Musicale, e anche se non è ancora chiaro se i privatisti, come me, la sosteranno in questi mesi oppure in autunno. Papà e mamma si rilassano, la sera, direi anche la notte, con le serie tivù, ad esempio, non si perdono una puntata di ‘Babylon Berlin 3’. Io preferisco leggere. Ma come vorrei tornare alla vita di tutti i giorni pre Covid: non è facile essere ottimisti e auspicare che ciò accada in fretta, ma dobbiamo sforzarci di esserlo. La bellezza, alla fine, vincerà su tutto, e che cosa c’è più bello della musica?”
EDM
Ecco il video con le “Note in quarantena” di Giulia Maria Rimonda





