Giornata in memoria delle vittime del Covid. I familiari: “Angosciante non essere stati con loro nell’ora dell’addio”

L’arcivescovo con i familiari di due delle vittime della prima ondata

“La cosa che ancora mi angoscia è che è morto solo, senza che io potessi essergli vicino”. Così oggi, alla Giornata nazionale in Memoria delle vittime del Covid, hanno parlato, al cimitero di Vercelli, di fronte all’arcivescovo Arnolfo, al prefetto Garsia e al sindaco Corsaro, Antonietta, la moglie di Pippo Gurrieri, scomparso nell’aprile del 2020, a 73 anni, e Betty, la figlia di Primo Pozzati, morto a dicembre. Le due donne erano accompagnate da tre ragazzi: Antonietta Gurrieri dalla nipote Sara; Betty Pozzati dai figli Ludovico e Gabriele.

L’aricivescovo Arnolfo, il sindaco Corsaro, il prefetto Garsia e gli assessori Pozzolo e Sabatino al cimiitero

E’ stato il momento più intenso e toccante della cerimonia ricordo delle vittime della pandemia. Perché quel ricordo non potrà mai essere cancellato nella memoria di Antonietta e di Betty. Ha detto la moglie di Gurrieri: “Pippo ed io siano sempre stati assieme, ci siamo conosciuti giovanissimi e abbiamo incominciato il nostro cammino in comune. Non aver potuto stargli accanto negli ultimi giorni è stata una pena straziante. Non è stato giusto. Avevo implorato i medici: datemi una delle vostre tute speciali, me la compro, la pago. Non c’è stato verso. Ed io avrò sempre questa pena nel cuore”.

La preghiera di monsignor Marco Arnolfo al cimitero di Billiemme per le vittime del Covid

Ha aggiunto Betty Pozzati: “Papà aveva 86 anni, ma stava bene. Era diventato un punto di riferimento anche del Gruppo di via Paggi, quello di Wanna Goddi e di Valeria Simonetta, perché lo aiutava nella distribuzione dei pacchi alimentari per i bisognosi. Poi quella maledetta sera di novembre è arrivata l’ambulanza a prendere lui e la mamma, la sua Filomena. Li hanno portati all’ospedale di Borgosesia. Vedevo e sentivo papà con lo smartphone. Mi diceva: ‘ Ti prego vieni, ho paura. Ho bisogno di te’. Poco più di un mese dopo, papà è ritornato a casa, ma in un’urna, in cui c’erano solo le sue ceneri. Mamma invece ce l’ha fatta. Ma papà che moriva senza di me sarà il ricordo che mi tormenterà per sempre”.

Il minuto di silenzio davanti al municipio

Al cimitero, dove era accompagnato dagli assessori Emanuele Pozzolo e Mimmo Sabatino, il sindaco Corsaro ha detto che è allo studio l’istituzione di un Parco alla memoria delle vittime del Covid e ha raccomandato a tutti, in attesa del vaccino “che potrà finalmente liberarci da questo incubo”, la massima cautela e il rispetto delle regole, per scongiurare altre vittime. Il prefetto Garsia si è soffermato sulla solitudine dei tanti morti in ospedale, sia di Covid, ma anche non di Covid, durante la pandemia.

Le bandiere a mezz’asta al balcone del municipio

E l’arcivescovo Arnolfo si è stretto in un abbraccio ideale alle due donne che avevano avuto quei tremendi lutti in famiglia e ai giovani che le accompagnavano. Quindi ha pregato per tutte le vittime e impartito la benedizione ai presenti.

Un’ora e mezza prima, il sindaco e gli assessori Pozzolo e Sabatino erano scesi dal Comune in piazza del Municipio per osservare un minuto di silenzio: sotto il balcone municipale le bandiere a mezz’asta italiana, del Piemonte e dell’Unione europea. Diversi negozi aperti, in quel momento, hanno spento le luci in segno di rispetto per le tante vittime, anche vercellesi.

edm

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