La prevenzione corretta può evitare dal 30 al 50 per cento dei tumori. E c’è un particolare tumore, quello al collo dell’utero, per il quale si può arrivare al 100 per cento, con il vaccino per il papilloma-virus umano e la diagnosi precoce fatta con gli screening.
Lo ha detto a Biella Elisabete Weiderpass, che si appresta a guidare, dal 1 gennaio, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, l’organismo con sede in Francia, a Lione, che per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità detta le linee guida a livello mondiale per prevenzione, cura e ricerca.
Il suo intervento ha aperto il ciclo di relazioni di medici e scienziati internazionali del convegno “Il controllo del cancro in Piemonte”, svoltosi tra hotel Agorà e Ospedale degli Infermi di Biella tra giovedì 13 e venerdì 14 dicembre, con l’organizzazione di Fondazione Tempia e Fondo Anglesio Moroni.
La ricercatrice scandinava ha dato un orizzonte globale sulle strategie di controllo del cancro, anticipando le linee guida del suo lavoro a Lione. In particolare, parlando delle tre strategie per ridurre i tumori, ha evidenziato come le percentuali maggiori di successo arriverebbero dalla cosiddetta prevenzione primaria, che si occupa di ambiente e stili di vita.
Sul palco dei relatori si sono alternati più di trenta tra specialisti, epidemiologi, ricercatori e analisti dei dati. Proprio riguardo a quest’ultima disciplina, gli interventi hanno mostrato come lavorare sulle cifre che indicano la diffusione della malattia e l’efficacia degli interventi, che siano campagne di screening o terapie, sia un prezioso sostegno che la matematica offre alla medicina, sviluppando modelli che possono dettare le linee guida per ridurre l’impatto della malattia.
Due ricercatrici della Fondazione Tempia erano tra le relatrici: Maria Scatolini, direttrice del laboratorio di oncologia molecolare, è intervenuta nel segmento in cui si è parlato di melanomi, Giovanna Chiorino, responsabile di laboratorio di genomica, ha descritto il nuovo test messo a punto dal suo staff per la diagnosi precoce del tumore alla prostata. Sono intervenuti anche tre primari dell’ospedale biellese: Daniele Liscia (anatomia patologica), Roberto Manzoni (dermatologia) e Stefano Zaramella (urologia).
Alla fine della prima giornata di lavori c’è stato anche un sentito ricordo di Adriano Giacomin, l’epidemiologo scomparso nel 2017 che ha diretto il Registro Tumori di Biella. Hanno parlato di lui Stefano Rosso, il ricercatore del Cpo di Torino che con Giacomin ha condiviso lavoro e studi, e l’ex direttore sanitario dell’Asl di Biella Franco Piunti.