E poi tornarono le lucciole, il secondo romanzo di Mattia Gelosa è ambientato nel vercellese

A distanza di 12 anni da Negli occhi del Diavolo, Mattia Gelosa torna con un secondo romanzo. E poi tornarono le lucciole è ancora un thriller a tinte soprannaturali, stavolta ambientato nelle risaie piemontesi.

In un piccolo paese arriva da Ginevra il commissario Florence, uomo brillante, ma con un trauma alle spalle legato all’alcolismo (che combatte con un grottesco rimedio) e l’incubo ricorrente di una bambola/bambina il cui viso improvvisamente si scioglie tra le fiamme.

La vita di provincia sembra pacifica e serena, ma dalle prime nebbie autunnali riappare dopo decenni la Cativoira, la strega delle leggende locali che rapisce i bambini cattivi.

Tra personaggi stravaganti, incubi, cieli nebbiosi e terreni di fango il lettore viene proiettato in un vortice di domande che renderanno impossibile, a lui come alla polizia, distinguere il reale dal soprannaturale.

Il romanzo ha diversi punti di forza: personaggi ben costruiti e variegati, momenti paurosi che si alternano a sprazzi umoristici, dialoghi brillanti, una storia accattivante che si immerge tra le intriganti leggende di luoghi che sono molto più che una semplice cornice.

Merito, questo, di diversi viaggi dell’autore in visita proprio alla provincia di Vercelli: d’altronde, l’idea del romanzo nasce proprio in quel fazzoletto di terra “in mezzo al nulla e in mezzo a tutto” durante una trasferta di lavoro per intervistare la famiglia Salvadori di Wiesenhoff, a capo della riseria Principato di Lucedio.

In quell’occasione, Gelosa rimane meravigliato davanti all’immensità delle Alpi che si innalzano enormi dalla pianura, ma anche colpito dalla grandezza delle torri della centrale nucleare di Trino, che dominano l’orizzonte opposto.

E poi tornarono le lucciole, però, è anche un viaggio nella vita e nell’anima dell’autore: infatti, è ricco di citazioni a film, canzoni o opere a lui care.

Nel libro è inserito persino un vero aneddoto di vita: una sera, dopo cena, lui e i suoi amici scendevano in auto dai colli di Alessandria per tornare verso casa in Brianza e d’un tratto una nube di nebbia improvvisa avvolse tutto, costringendoli a scendere letteralmente a passo d’uomo una lunga serie di tornanti prima di trovare la pianura e poter urlare di gioia alla vista di una superstrada.

Quegli amici sono ancora a fianco a Gelosa ed è a loro che è dedicato questo libro, che deve il titolo anche ai suoi numerosi passaggi spensierati e quasi poetici.

Il romanzo è disponibile ordinandolo da Amazon (cliccare qui).

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