È il giorno di Gaudenzio

Dopo una lunga attesa finalmente si apre il sipario sulla grande mostra “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari”, ospitata nelle tre città piemontesi dove operò l’artista nativo di Valduggia: Varallo, Vercelli e Novara. I luoghi saranno la Pinacoteca e il Sacro Monte di Varallo, il Castello di Novara e Arca nell’ex chiesa di San Marco a Vercelli, ma si estenderà anche nei musei, nelle chiese e negli edifici del territorio che custodiscono o hanno a che fare con Gaudenzio.

Nel frattempo in questi giorni Vercelli si è vestita a festa per l’appuntamento: per le vie del centro sono stati collocati i manifesti appesi ai lampioni e la facciata dell’ex chiesa di San Marco è stata tirata a lucido. Anche “Segnale Libero” ha voluto offrire il suo contributo decorando le vecchie cabine telefoniche con immagini relative all’ultima grande mostra vercellese dedicata a Gaudenzio, quella del 1956 al Museo Borgogna che, tra l’altro, sta ospitando due importanti esposizioni dedicate a Gerolamo Giovenone, personaggio legato a doppio filo con l’artista valsesiano.

Gaudenzio Ferrari, nato a Valduggia tra il 1475 e il 1480 e morto a Milano il 31 gennaio 1546, fu un artista cruciale per la sua epoca, tanto da influenzare l’arte del Nord Italia, specie quella piemontese e lombarda, nel passaggio dal Rinascimento alla Maniera. Di lui si accorse già Giorgio Vasari che nelle “Vite” del 1550 lo nominò come «pittore eccellentissimo, pratico et espedito». Successivamente Giovanni Paolo Lomazzo nel suo “Idea del Tempio della Pittura” nel 1590 lo innalzò a uno dei sette “Governatori” assieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano.

A curare la mostra di Gaudenzio uno staff di prim’ordine composto da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Giovanni Romano. Tre storici dell’arte il cui nome è sinonimo di garanzia per quel che riguarda l’aspetto scientifico del progetto. Che è legato in maniera indissolubile al contesto e spiega con rigore l’impatto che ebbe Ferrari sulla cultura artistica del territorio, dagli esordi a Varallo alle ultime prove novaresi e milanesi, passando per gli anni cruciali a Vercelli.

Jacopo Stoppa presentando la mostra ha dichiarato che quella in Arca è simile a un sandwich tra le altre due, ovvero sta in mezzo. Restando all’interno della metafora possiamo aggiungere che di solito in un sandwich la parte più gustosa e saporita è proprio il ripieno il quale è racchiuso da un allestimento innovativo, diverso dai precedenti visti nelle esposizioni Guggenheim. Il contenitore è sempre il parallelepipedo, ma questa volta è diviso longitudinalmente da un’architettura a imbuto di ispirazione decostruzionista che garantisce movimento e fluidità, aiutata dall’impianto di illuminazione.

Entrando più nello specifico, che opere potranno ammirare i visitatori in Arca? Partiamo dalle due che difficilmente si vedranno ancora a Vercelli, essendo state prestate in via del tutto eccezionale da istituzioni internazionali. Stiamo parlando dell’Adorazione del Bambino con un vescovo proveniente dal The Ringling Museum of Art di Sarasota. Dipinta nel 1530 circa, ha una storia complessa di passaggi di proprietà alle sue spalle, ma sappiamo essere fondamentale per i chiari riferimenti leonardeschi. Vi è poi il Compianto su Cristo morto del 1535 circa, una tavola che arriva dal Szépmüvészeti Múzeum di Budapest. Sulla parete opposta è appeso il suo cartone preparatorio, testimonianza della bottega gaudenziana.

La sorpresa che attende il pubblico è costituita dalla presenza di altri artisti che operarono in quegli anni. Eusebio Ferrari con il quale pare abbia condiviso il viaggio a Roma verso il 1508, Gerolamo Giovenone che di sicuro ebbe dei contatti con Gaudenzio, Bernardino Lanino che ne raccolse l’eredità. Non solo dipinti, ma anche una statua in legno: è quella di Giovanni Angelo Del Maino raffigurante la Madonna svenuta del 1517-1518, prima nella chiesa di San Giovanni Battista a Morbegno e ora a Sondrio. Un esempio che rimanda alle sculture per il Sacro Monte di Varallo, ma che insiste sul rinnovamento linguistico portato da Gaudenzio.

La mostra “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” è promossa dall’assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Fondazione Cariplo. Partner Intesa Sanpaolo. Resterà aperta fino al 1 luglio a Vercelli e a Novara, a Varallo fino al 16 settembre. I biglietti: a Varallo 15 €, a Vercelli e a Novara 10 €. Prevista un tagliando cumulativo a 20 €.

Per maggiori informazioni consultare il sito: https://gaudenzioferrari.it

Massimiliano Muraro

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here