DIVERGENZE – Angeli in visita alla Tana del Lupo Bianco

 

Per me, uno dei passi più belli del Vangelo è quello in cui Marco sottolinea l’ammirazione del Cristo verso una vedova fa l’elemosina di tutto quanto possedeva: due monetine di rame. Per Gesù, donare tutto quanto si possiede agli altri ha un valore inestimabile. 

Quel passo del Vangelo mi è caro perché mia nonna Maddalena (che era, lo scrivo senza perifrasi, una santa) si comportava proprio così: le bastava il “pane quotidiano”, tutto il resto lo donava – lei, che non navigava nell’oro – al prossimo.

Ho pensato al Vangelo di Luca e alla nonna Maddalena quando, ieri, Carlo Olmo mi ha raccontato della visita di due donne alla sua Tana del Lupo Bianco. Una delle due, che si chiama Stefania, gli ha consegnato una lettera commovente, definendolo “un angelo”, per poi donargli un angioletto in terracotta che Olmo ha accolto con enorme commozione, collocandolo subito in un posto d’onore, vicino alle immagini dei suoi Lupi Bianchi.

L’altra donna, che era con la prima, ha invece tirato fuori dalla borsa una busta: dentro c’erano 300 euro: tutti i risparmi che suo figlio, che si chiama Matteo, aveva racimolato per pagarsi una vacanza quest’estate. Anziché spenderli per divertirsi, li ha consegnati al Lupo Bianco perché possano essere utilizzati per aiutare gli altri.

Il messaggio di questa doppia visita alla casa ormai più famosa e frequentata di Vercelli, quella di via Delpiano 7, è evidente: gli angeli esistono davvero e l’esempio di Carlo Olmo ne sta ripopolando la città. 

ENRICO DE MARIA

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