Danneggiata la statua di Santa Rita all’Isola: appello di don Scavarda per recuperarla

C’è un’immagina di Santa Rita cara, da almeno 75 anni, a tutti gli abitanti dell’Isola al punto che, durante la festa della Santa, che si celebra il 22 maggio, i fedeli del rione vercellesi vi si recano in processione. Ebbene, proprio oggi il parroco, don Augusto Scavarda (amico fraterno del Lupo Bianco, Carlo Olmo) ha lanciato l’allarme: la statua, posta in una cappelletta a ridosso dell’argine della Sesia, è stata gravemente danneggiata perché ha preso fuoco; un atto vandalico, oppure una candela votiva accesa troppo vicino?

Sia la causa dolosa o meno, la statuetta della Santa va recuperata, di qui l’appello del parroco.

La storia di quella capelletta con l’immagine della Santa risale all’immediato secondo Dopoguerra. Stefano Cambursano, agricoltore, tra l’altro suocero del noto fotografo della Stampa Renato Greppi, aveva acquistato, nel 1939, due cascine attigue: la “Matasso” e la “Bistizia” (o Restano). Quando, l’anno dopo, anche l’Italia andò in guerra, e quattro suoi figli maschi furono chiamati alle armi, fece il voto che, se fossero tornati tutti sani e salvi, avrebbe fatto edificare tra le due cascine una capelletta con la santa a cui la sua famiglia era da sempre devota: appunto Santa Rita.

E così fece. E da allora quell’immagine è diventata cara a tuti gli isolani che la considerano in qualche modo “protettrice” del loro rione. Ecco spiegato l’affetto e la richiesta do don Augusto affinché possa essere restaurata, anche se per la verità non si tratta della statuetta originaria, ma già una seconda immagine perché la prima fu spazzata via dall’esondazione della Sesia nel 1951.

Ovviamente, Carlo Olmo (e su questo non c’era il minimo dubbio) si è già offerto di intervenire a proprie spese – con  un WhatsAp spedito a don Augusto – per riconsegnare la cara statua all’affetto e alla Fede degli isolani.

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