Damanhur: “Antonello Bessi era un buon amico, siamo sgomenti”

Una delle sale interne del tempio di Damanhur

 

 

Mentre continua il mistero su chi abbia potuto uccidere con 12 coltellate il meccanico ciclista vercellese Antonello Bessi, arriva nel pomeriggio un comunicato della comunità pseudo religiosa del canavese Damanhur che lo stesso Bessi, come si legge nella lettera, frequentava da circa trent’anni.

 

Ecco la lettera dei Damanhuriani:

 

“In relazione alla morte di Antonello Bessi, Damanhur Federazione di Comunità esprime sgomento per l’accaduto e dolore per la tragica scomparsa di una persona garbata, sensibile, sempre sorridente e disponibile. Antonello frequentava Damanhur da una trentina di anni; partecipava alla Scuola spirituale damanhuriana ed era sovente presente, nei fine settimana, presso le comunità, dove era apprezzato da tutti per la modestia e la gentilezza. Non era un “cittadino di Damanhur”, non viveva in comunità ma era un buon amico, che rimpiangeremo.

Nel metterci a disposizione delle Autorità competenti per gli approfondimenti che riterranno necessari, riteniamo corretto sottolineare che la vita privata di Antonello Bessi si svolgeva al di fuori della Federazione di Comunità.

Damanhur e i damanhuriani sono vicini ai genitori di Antonello e a tutti coloro che gli vogliono bene”.

 

Una sala del Tempio dell’Umanità

Per capire meglio cosa sia Damanhur, va ricordato che si tratta di comunità etico-spirituale situata a Vidracco in Piemonte, a circa 50 km a nord di Torino nella Valchiusella, ai piedi delle Alpi, dove è stato realizzato un tempio in parte sotterraneo denominato “Tempio dell’Umanità” con sorprendenti dipinti e affreschi. Sito che è anche visitabile.

 

Damanhur (nome di una città egizia) si basa sul credo del capo spirituale Oberto Airaudi, che l’ha fondata nel 1975, il quale, come si legge su internet, “vede l’essere umano come portatore di una scintilla divina, della quale prendere consapevolezza attraverso la meditazione su di sé e sulla sacralità dell’universo. I damanhuriani usano assumere un nome di animale e di vegetale, a simbolo di rinnovamento e unione con la natura”.

 

Meditazione nel tempio di Damanhur

Loro stessi definiscono così la filosofia damanhuriana: uno stile di vita nel quale “sono fondamentali il pensiero positivo, la valorizzazione delle diversità, il raffinamento interiore e la disponibilità al cambiamento come strategia per uscire dalle abitudini”. Per questo nel tempio si pratica ad esempio la meditazione.

 

All’interno della Federazione Damanhur i “cittadini” utilizzano una loro moneta di scambio, il “credito damanhuriano” e hanno organizzato anche delle scuole interne alla loro comunità dove i bambini possono seguire un percorso di studi. Proprio il fatto che esista una loro moneta interna ( membri della comunità rinucniano ai loro beni infatti) ha creato negli anni anche alcune polemiche sull’utilizzo del “denaro comune”.

 

Le indagini della polizia intanto proseguono a ritmo serrato. Per ora non viene scartata alcuna ipotesi, compresa quella che potrebbe essere definita come una”pista passionale” (leggi qui).

 

l.a.

 

 

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