“Per l’endometriosi non si muore, però…” Parte al Lagrangia il progetto di sensibilizzazione su iniziativa della Consigliera di parità della Provincia di Vercelli Lella Bassignana, la quale ha radunato un team per sensibilizzare sulla patologia del quale fa parte tra gli altri anche il Primario di ostetricia e ginecologia del Sant’Andrea di Vercelli dott.ssa Nicoletta Vendola.
“Un’iniziativa importante – racconta il Presidente della Provincia di Vercelli Carlo Riva Vercellotti – per promuovere un percorso di sensibilizzazione e conoscenza di una patologia spesso sottovalutata ma che impedisce alla donne che ne sono affette di lavorare, di avere una vita sociale serena”.
Quello presentato in mattinata è un progetto pilota che prende il via all’Istituto Lagrangia ma, in collaborazione con l’UST verrà poi replicato anche nelle altre scuole superiori.
I promotori sono i soggetti presenti nel “Team per l’informazione e la prevenzione dell’endometriosi” che si è insediato il 3 maggio scorso su iniziativa della Consigliera di parità della provincia di Vercelli, sulla falsa riga del tavolo regionale previsto dalla Legge Regionale n. 10/2017: “Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi”.
“Il tema trattato – spiega Lella Bassignana – riveste carattere prioritario per contrastare i fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e alla luce dei dati, possiamo affermare che l’endometriosi è una malattia sociale.
Le esperienze personali delle donne affette da questa patologia sottolineano proprio questo aspetto: chi è stato licenziato oppure chi ha dovuto inventarsi un altro lavoro per poter conciliare non i tempi di vita con quelli di lavoro, ma la sua patologia con i tempi di lavoro”.
“Tra gli altri obiettivi del Team – conclude Bassignana – c’è sicuramente quello dell’informazione che attualmente risulta essere l’unica prevenzione per limitare i danni che l’endometriosi provoca giungendo in tempo ad una diagnosi precoce, al fine di migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita individuali e sociali delle donne”.





