Fantastica Mariella Fabbris, e da sabato lo spettacolo più atteso in casa Cuocolo/Bosetti

E’ curioso come, in questa inebriante edizione di #ogniluogoèunteatro, come si dice accada per i libri che, collocati nel modo giusto in libreria, “si parlano”, a parlarsi, con lo stesso linguaggio, siano rappresentazioni che pure non hanno a che fare l’una con l’altra. E così martedì sera al “Viotti Club”, durante la sua notevole performance “Divina”, anche il rutilante personaggio “smarrito” di Mariella Fabbris (magistralmente assecondata dalla pianista-compositrice Ilaria Schettini), ha accennato alla sua “prima volta” a teatro, così come era accaduto ad una delle protagoniste del notevole lavoro di Livio Ghisio, andato in scena tre giorni prima all’Ovest Sesia.

In uno dei migliori e più frequentati “siti” musicali vercellesi, il “Viotti Club”, il pubblico si è beato di un monologo indimenticabile in cui la musica ha avuto un ruolo essenziale, sancendo un’intesa artistica, tra le due donne “in scena”, che a colpito tutti lasciando intendere che le scelte operate quest’anno da Teatro di Dioniso, ArteinScacco e Cuocolo/Bosetti sono state perfette, esemplari.

Sugli appuntamenti di questi giorni, fino a sabato pomeriggio (con “La Tana” che sarà rappresentata dal Teatrino Giullare in Santa Chiara, alle 18) ci siamo già soffermati. Ma adesso andiamo a sabato sera, alle 21, per parlare dell’attesissima prima serata con quei due geni che rispondono al nome di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti.

Ormai i vercellesi sanno tutto di questa coppia affiatata, unita come una cosa sola nell’arte e nella vita (anche se per la verità il ménage sarebbe à trois perché sarebbe imperdonabile tralasciare Nuvola, il cagnolino bianco mascotte della rassegna), e soprattutto hanno imparato che cosa significhi essere accolti al numero 85 di casa Cuocolo/Bosetti per assistere al loro inimitabile teatro domestico.

Solo che stavolta il lavoro, “Alcune cose da mettere in ordine” non porta la firma di Renato Cuocolo o della stessa Bosetti, o di entrambi, ma quelle di Roberta Dori Puddu (alias di Rubidori Manshaft) e di Angela Demattè e, per questa occasione di #ogniluogoèunteatro, l’opera è ulteriormente stata completamente rielaborata (in una versione interior) da Renato Cuocolo in collaborazione con la stessa  Rubidori Manshaft, visto che nella versione originale la protagonista, Anna, ovviamente Roberta Bosetti, dialogava con Giacomo Toccacelli che qui invece non c’è. La regia è di Cuocolo e Manshaft e la produzione è a cura dell’Officina Orsi (Svizzera), di Teatro di Dioniso e del Fit, il Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea di Lugano. 

Lo spunto deriva dall’esperienza diretta che la scenografa, pittrice, fotografa e tante, tante altre cose (probabilmente da mettere in ordine) ha maturato nelle case di cura per persone anziane. Ricordiamo, nella scorsa edizione del Festival vercellese, Roberta Bosetti che, sul pullman del suo spettacolo itinerante (con musiche acconce di Carlot-a, al secolo Carlotta Sillano), aveva voluto gli spettatori bendati per buona parte del viaggio. Anche in quella circostanza aveva toccato i temi del tempo che trascorre, dei ricordi.

Qui, in casa Cuocolo (la casa della sua gioventù), Roberta Bosetti è una donna che, alle soglie dei sessant’anni, incomincia a porsi domande sul percorso della vita. Una “recherche” che, anticipano gli autori, si sviluppa su tre piani: la memoria (come ricordo), il presente (come riflessione) e il futuro (come paura).

Lo spettacolo ha debuttato (ottenendo il Premio Fit) nell’ottobre del 2023 al Festival di Lugano, poi ha viaggiato da Bellinzona a Milano, da Andria a Bari, tornando anche in Svizzera. A Vercelli sarà rappresentato nella famosa casa di via Ariosto 85 per cinque sere consecutive, sempre alle 21, a partire da sabato. E’ il momento più atteso di un attesissimo calendario teatrale. E allora andiamo, come avrebbe detto J. Alfred Profruck, tu ed io…in via Ariosto 85. Una carezza a Nuvola e poi facciamoci rapire, socchiudendo gli occhi.

Edm

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