La chiusura repentina, per motivi di incolumità pubblica, e poi la quasi immediata riapertura, dopo la prima nevicata, per il cessato pericolo, di viale Garibaldi hanno sconcertato e preoccupato l’opinione pubblica, che si sta ponendo non poche domande, sia sull’immediato futuro del Viale per antonomasia della città, sia per ciò sarà delle alberate in un futuro assai mene prossimo. Per sciogliere molto dubbi, ci siamo rivolti direttamente al primo cittadino, facendo nostre le domande della gente.
Sindaco Corsaro, avete chiuso il viale e, subito dopo l’attenuarsi della prima, temuta nevicata, lo avete riaperto. Ma visto che si prospettano, a breve, altre nevicate, ci si domanda se la soluzione sarà quella di chiudere e riaprire per più tornate.
“No, la soluzione non sarà certo questa. Dopo una relazione dell’agronomo che ha esaminato la situazione delle alberate del Viale, siamo stati costretti ad assumere un provvedimento d’urgenza, che garantisse l’incolumità della gente perché lo studio dell’agronomo segnalava criticità e rischi non indifferenti. Abbiamo riaperto il passaggio pedonale e la possibilità di poter parcheggiare quando, a nevicata ultimata e smaltita, il rischio non era più così elevato. Nello stesso tempo, abbiamo però convocato la società che cura il verde cittadino proprio per oggi. Dopo avere già predisposto di togliere subito le lumonarie (l’operazione sarà compiuta domattina, ndr), provvederemo, con molta tristezza, all’abbattimento immediato degli olmi siberiani a più elevato rischio di crollo…”
Saranno i due che nella relazione dell’agronomo Perino vengono definiti “da abbattere”, mentre per altre 49 piante si parla invece di “programmare l’abbattimento”?
“No, saranno purtroppo più. Concorderemo i dettagli con l’impresa: programmeremo abbattimenti e messe in sicurezza”
Lei che è anche uno storico di Vercelli si sta domandando in questo momento se la scelta del 1946 di sistemare olmi siberiani, al posto degli originari olmi messi a dimora nel 1781, in quello che si decise di chiamare il “viale d’inverno”, ma che i vercellesi ribattezzarono immediatamente la Lea del Foppone, sia stata giusta? Qui siamo a circa un decimo di piante da abbattere dopo 74 anni, allora si procedette, seppure radicalmente, dopo centoventicinque…
“Chi può dire se quella scelta fosse stata giusta o sbagliata. Era giusta per quei tempi. Non sempre quando si decide che alberi sistemare su un viale o in un giardino si possono prevedere malattie o altri guai di sorta. Altre città hanno i viali colmi di platani bellissimi, che sono stati colpiti dal cancro colorato, e il punteruolo rosso sta facendo strage di palme. Per quanto riguarda i nostri olmi siberiani del Viale, può aver contribuito alla vita ridotta anche il continuo susseguirsi, per decenni, di lavori nel sottosuolo per le reti elettriche, del gas. Io ho dato espressamente ordine che i prossimi cantieri sul Viale si attuino con rigidissimi controlli sul sottosuolo, in prossimità delle radici, per scongiurare ulteriori rischi…”
In ogni caso, potreste essere costretti, a breve, ad abbattere una cinquantina di alberi…
“Spero che saranno molti di meno, e al di là della ripiantumazione, a me piange il cuore perché questi alberi non sono solo un ornamento. Per noi vercellesi sono una parte di storia e tanto, tanto sentimento. Anche decidere di abbatterne uno solo è doloroso, ma l’incolumità della gente è il primo bene da salvaguardare”.
A proposito di incolumità, preoccupa i vercellesi anche il gigantesco celtis australis che si è schiantato sulla strada di corso Italia due giorni prima dell’olmo siberiano crollato su viale Garibaldi.
“Stiamo controllando rigorosamente tutte le alberate, ovviamente anche quelle di corso Italia. I cittadini sappiano che il monitoraggio è continuo e che qualora risultino criticità interverremo immediatamente”.
Edm





