Confesercenti: i danni alle attività per il coronavirus iniziano a farsi sentire, cali del 35%

L’emergenza da coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sulla nostra economia. Lo scrive in una nota Confesercenti che poi prosegue: la frenata dei consumi avrà conseguenze durissime sulle imprese, soprattutto piccole: l’emergenza potrebbe portare alla chiusura di altre imprese del commercio, turismo e servizi, già penalizzate dalla perdurante stagnazione economica. L’impatto sull’occupazione sarebbe pesantissimo.

Confesercenti ha inviato in Regione i dati ricavati da un’indagine su un campione di 100 aziende commerciali e turistiche della provincia di Vercelli e dai dati raccolti è emerso che oltre il 90% degli intervistati segnala un netto calo dei ricavi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La media calcolata è pari a circa il 35% di diminuzione.

La percentuale sfiora il 45% nel settore dei pubblici esercizi e turismo con la cancellazione di prenotazioni legate allo svolgersi di vari eventi – dalla Fiera in campo di Vercelli a gare sportive, battesimi, ecc. -; il 50%  nel settore del commercio su area pubblica, fortemente penalizzato dalla sospensione di Fiere e manifestazioni su area pubblica nelle Regioni coinvolte dai provvedimenti restrittivi; il 40% circa nel settore della distribuzione carburanti a causa della nettamente ridotta circolazione dei veicoli. Altrettanto pesante è la ricaduta sul commercio al dettaglio. Solo il 2,50% degli intervistati segnala sostanziale stabilità, la restante parte non è in grado al momento dell’intervista di fare un bilancio. Confesercenti ha anche chiesto qual è l’atteggiamento del consumatore rispetto all’emergenza coronavirus, per capire quali possono essere le proiezioni future. Gli intervistati segnalano un forte allarme per il 43% dei clienti causato per lo più dalla sensazionalistica e sconsiderata campagna mediatica; la restante parte degli intervistati rivela un atteggiamento ironico e tendente a sdrammatizzare.

 

Nella nota inviata in Regione Confesercenti ha altresì sottolineato che è vitale e doverosa l’immediata adozione di provvedimenti, da parte del Ministero, che non riguardino solo le c.d. “zone rosse”, ma che riguardino i territori di tutte le Regioni coinvolte dall’emergenza, se non addirittura l’intero territorio nazionale per un effetto “riflesso” che si diffonderebbe sull’intero tessuto economico italiano.

 

Le sollecitazioni sono state raccolte dal Presidente della Regione che proprio oggi, lunedì 2 marzo, al termine di un incontro con le categorie economiche, ha illustrato le strategie unitarie che si intendono adottare per contribuire al rilancio dell’economia piemontese danneggiata dall’emergenza sanitaria e che saranno messe a punto entro la settimana:

– moratoria dei mutui che le aziende hanno stipulato con Finpiemonte;

– misure straordinarie, previa verifica con il Ministero per lo Sviluppo economico, per aiutare le aziende nel ricorso al credito attingendo dal Fondo di garanzia regionale (che dispone di oltre 50 milioni);

– rimodulazione del Fondo europeo di sviluppo regionale per la predisposizione di un piano di comunicazione straordinario per spingere i turisti a scegliere il Piemonte;

– richiesta al presidente del Consiglio di concedere la cassa integrazione in deroga ai dipendenti delle piccole aziende danneggiate dalla situazione, di sospendere il pagamento degli oneri contributivi e previdenziali.

 

“Siamo soddisfatti dell’attenzione verso le piccole e medie imprese che la Regione sta dimostrando in queste ore”, commenta Luca Impellizzeri, Presidente provinciale della Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici – FIEPET  Confesercenti. “L’impegno profuso per un ritorno alla normalità – o quasi – della vita quotidiana dei cittadini non può che avere risvolti positivi per le attività commerciali, turistiche e dei servizi che hanno bisogno di poter lavorare con serenità e tranquillità” prosegue Luca Impellizzeri, che conclude: “Vorrei ringraziare i vercellesi che hanno continuato a frequentare le vie cittadine, i bar, i ristoranti e i negozi, dimostrando di saper dare il giusto peso alle dilaganti notizie allarmistiche”.

 

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