Il Centro Studi Vercellae sui ritrovamenti archeologici in piazza Antico Ospedale: c’è stata una mancanza di correttezza

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del Centro Studi Vercellae in merito ai ritrovamenti archeologici venuti alla luce durante gli scavi effettuati in piazza Antico Ospedale, questione che sta sollevando un vivace dibattito.

Gli Amministratori locali e i sedicenti cultori di storia non hanno memoria (o non vogliono averla) e hanno ripetutamente dimostrato in passato di non saper gestire il patrimonio culturale Vercellese.

L’area dell’ex ospedale vecchio, divenuta “parcheggione auto” a seguito della demolizione dell’intero edificio storico, eseguita nel 1960 con autorizzazione del Comune di Vercelli, è stata recentemente sottoposta, parzialmente, in un piccolo lotto di terreno, a scavi con finalità archeologica, per la bonifica del sito da sottoporre a edificazione di una struttura moderna ad utilizzo pubblico.

Negli anni 1970 e 1980 le continue segnalazioni e denunce di ritrovamenti archeologici, effettuate da Gaviglio Daniele e Gaviglio Dario, portavano a un maggiore controllo da parte della Soprintendenza di Torino. A seguito di questi controlli, la Soprintendenza decise di operare con diverse campagne di scavi nell’area dell’ex ospedale vecchio di Sant’Andrea (le prime 2 avvenute negli anni 1982-1984).

Sul notiziario del Ministero per i Beni Culturali del 1985, n°4, pag.67, è scritta la seguente nota dal titolo Vercelli – Palazzo Dugentesco, riferita all’area dell’ex ospedale di Sant’Andrea sorto nel XIII secolo, seconda campagna di scavi nel cortile e adiacenze (qui riportata per intero ndr)

Vercelli. Palazzo Dugentesco.

Con la seconda campagna di scavo condotta nel luglio ’84 al “Palazzo Dugentesco”, il nucleo primitivo dell’ospedale di Sant’Andrea sorto nel XIII secolo, si sono concluse le indagini archeologiche avviate nel 1982. Gli scavi hanno interessato il portico retrostante il lato d’ingresso ed un settore del cortile sul quale questo si affaccia ed hanno permesso di chiarire le differenti fasi di occupazione fino a età moderna e di indagare con due sondaggi condotti in profondità i livelli precedenti la fondazione dell’edificio (Pantò et Al., 1984).

Gabriella Pantò

Bibliografia citata: Pantò G. et Al., 1984. Indagine archeologica al “Palazzo Dugentesco” antico ospedale di Sant’Andrea in Vercelli, in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, 3, pp. 131-243.

Nei giorni scorsi abbiamo letto sui giornali locali che i ritrovamenti sono stati eseguiti solo ora. Tutto errato, perché Vercelli è sottoposta a controllo da parte del Ministero a seguito, anche, degli esposti presentati in Tribunale (dagli anni ’80 in poi) dal Centro Studi Vercellae. Non si tratta, quindi, di ritrovamenti recenti ma di costretti lavori di bonifica archeologica. I ritrovamenti erano già stati compiuti negli anni 1970-1980.

Ancora una volta manca la correttezza di sedicenti cultori locali di menzionare eventi storici, demolizioni selvagge, meriti di chi ha lavorato e citazioni storiche passate. Inoltre, di riconoscere la cronologia delle date di chi ha eseguito con fatica le ricerche, gli scavi e la tutela. Fortunatamente il Ministero opera preventivamente negli scavi, agendo a tutela del patrimonio storico locale. Quello che continua a mancare è una partecipazione scientifica e preventiva da parte dei sedicenti cultori della politica, nell’interesse della preservazione e della promozione del sapere.

Ricordiamo ai lettori che l’anfiteatro romano, il porto romano di via Pastrengo, la necropoli romana del “Concordia”, la necropoli di via Asiago, via Cadore, l’opificio romano di via Derna, Santo Stefano De Civitate e Domus Romane, ecc., sono ritrovamenti compiuti da Gaviglio Daniele e Gaviglio Dario, del Centro Studi – Ricerche storiche archeologiche – Vercellae. Quanto concerne alle gite scolastiche, compiute sull’area dell’anfiteatro romano, al porto romano di via Pastrengo, all’aerea di Santo Stefano De Civitate, erano già state organizzate dal Centro Studi Vercellae con il compianto Professore Pino Bo, negli anni ’80.

Gli attuali sedicenti cultori di storia/politica preferiscono gestire politicamente le fatiche altrui. Continuano a dire solo chiacchiere, dimenticando che spetta al Comune mettere in evidenza i reperti storici e tutelarli.

Distinti Saluti

Dario GaviglioPatrizia PerazzoGianfranco RicolfiGianni Calciati

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