Non si è fatta attendere la risposta dei vertici di Fiom Cgil Vercelli Valsesia, alle critiche espresse al termine dell’incontro avvenuto mercoledì 7 a Santhià per il fallimento Ifi-Magliola, dall’Onorevole leghista Paolo Tiramani, Sindaco di Borgosesia e membro della commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
“Riteniamo tardive le puntualizzazioni critiche dell’onorevole Tiramani – spiegano i responsabili di Fiom Cgil, in un comunicato stampa emesso nella serata di giovedì – su quanto si sarebbe potuto fare negli anni passati, e che non si è fatto. Del resto, la situazione di crisi aziendale era ed è, nota a tutti da tempo e ripetutamente i lavoratori hanno dato corso a iniziative per richiamare l’attenzione della politica su un problema che è dell’Italia: perché quando si parla di Ifi di Santhià, ci si riferisce alla manutenzione delle carrozze ferroviarie italiane. Occorre ricordare, a ragion veduta, a chi critica l’operato sindacale che la storia della IFI è quella di un’Azienda che, pur avendo acquisito la ex Magliola con un saldato di quasi tutti i debiti, come spesso accade in questo Paese, ha accumulato successivamente oltre sei mensilità non pagate ai lavoratori in circa sei anni, e non ha pagato i fondi TFR. Senza dimenticare la totale assenza di investimenti rivolti al sito produttivo. Se concordiamo su questa ricostruzione dei fatti, non condividiamo nel modo più assoluto la visione del rappresentante della Lega su una situazione che si sarebbe ulteriormente complicata a causa di quei lavoratori che hanno deciso di presentare ingiunzione per ottenere i propri crediti”.
A tale proposito, è bene ricordare che circa un anno fa, la Direzione aziendale e l’Onorevole Tiramani avevano promesso un piano di rientro che non è stato mai rispettato e che i lavoratori hanno aspettato le scadenze promesse fuori ogni tempo massimo, prima di decidere di intervenire. “Nel periodo in cui i dipendenti della IFI sono rimasti senza salario, non hanno visto nessuno di coloro che, oggi, spiegano con facilità cosa si sarebbe dovuto fare. Da parte Nostra, come Fiom Cgil commentiamo che forse è stato un errore non convocare un Tavolo in Regione Piemonte con una comunicazione unilaterale di licenziamento ma, in sede di discussione con i curatori fallimentari, non è stata espressa nessuna disponibilità ad attivare procedure di sostegno ai lavoratori. E come tutti sanno, il Sindacato non poteva attivare la Cassa Integrazione ma avrebbero, invece, potuto richiederla i curatori fallimentari. Nel caso della Ifi, però, non c’è stata la volontà di assumersi la responsabilità di un eventuale rigetto, anche per incapienza, e neppure la Regione Piemonte che ha un ruolo, seppure fondamentale ma pur sempre conciliativo, avrebbe potuto imporlo. Pertanto, l’invito che rivolgiamo nuovamente a tutte le Istituzioni e a tutti i protagonisti politici intervenuti mercoledì all’incontro, è di costituire al più presto un Tavolo presso il Ministero del Lavoro e di gestire questa situazione in modo efficace e concreto, avendo considerazione e rispetto per tutti quei lavoratori (e loro famiglie) che ci hanno permesso, finora, di viaggiare su treni più sicuri perché in buone condizioni di manutenzione”.





