Anche Vercelli piange, in queste ore, la morte di Carla Fracci. La Regina della Danza fu infatti insignita al Civico, la sera del 12 ottobre 1972, del riconoscimento “Viotti d’oro”, istituito dal professor Robbone con la Società del Quartetto. Nell’occasione, la più grande ballerina classica italiana di sempre contraccambiò con due brevi danze sulle note delle “Silfidi” di Chopin e di “Romeo e Giulietta” di Prokofiev.
Il “Viotti d’oro” le venne assegnato con questa motivazione: “Dotata di una tecnica irreprensibile e trascendentale unita ad una carica emotiva eccezionale, riesce così mirabilmente a inserirsi nel personaggio che interpreta, tanto da annullare completamente la finzione scenica. Benché giovane, fa ormai parte della storia della Balletto, avendo come compagne le grandi stelle del firmamento della danza”.
Il prestigioso riconoscimento le fu consegnato dall’allora sindaco, Carlo Boggio (che tra l’altro era un melomane). Sul palco, con lui, Robbone e l’assessore alla Cultura Aldo Venè, come si vede nella foto di Baita che pubblichiamo a corredo di questo articolo, alcuni componenti il direttivo del Quartetto: Piero Magrassi, Enrico Braghini e Antonio Tarchetti.
Carla Fracci, fu una dei tre “Viotti d’oro” di quell’anno. Gli altri due vennero consegnati al compositore Goffredo Petrassi e al tenore Luisa Alva.






Carla Fracci dopo una lunghissima e luminosa carriera era assente dalle luci della ribalta dal 2013 quando, a suggello, uscì l’autobiografia, “Passo dopo passo”; solo tre mesi fa fece sentire la propria voce appassionata quale testimonial del vaccino anti covid 19.
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