Bobst interessata alla tecnologia Cerutti, non agli stabilimenti. Sindacati perplessi

Bobst Italia Spa, con sede a Mex in Svizzera, e stabilimento a San Giorgio Monferrato,  conferma l’indiscrezione che il nostro giornale aveva pubblicato l’altro ieri sull’interessamento alla procedura fallimentare delle Officine Meccaniche Giovanni Cerutti e sulla Pakaning Equipement, per un’eventuale offerta di acquisto. In un’intervista concessa a “Il Monferrato.it”, il general manager della storica “rivale” della “Cerutti, Davide Garavaglia conferma di aver presentato un’offerta il 3 aprile ai curatori fallimentari delle due aziende per una parte del business, che sarebbe quella dell’asset più importante, vale a dire il “know how”, escludendo quindi l’acquisizione degli stabilimenti di Vercelli e di Casale Monferrato. Nell’articolo del “ll Monferrato”, Garavaglia e il direttore delle Risorse umane Antonio Padovani affermano che una parte dei lavoratori ex “Cerutti” verrebbero assunti nello stabilimento di San Giorgio Monferrato, secondo le professionalità, mentre un’altra quota “in accordo con il Comune di Casale Monferrato” sarà sostenuta nel percorso di riqualificazione, finalizzato all’assunzione da parte di eventuali cooperative.

Un’ipotesi che non piace ai sindacati, che poco fa hanno preso posizione con queste parole:

“Abbiamo appreso dai giornali dell’interessamento della Bobst a rilevare parte della storica azienda Cerutti, rimaniamo in attesa di un tavolo di confronto, tuttavia le premesse non sono invitanti. Niente stabilimento, non è chiaro il numero di dipendenti che hanno intenzione di coinvolgere, ancor più strano voler affidare la formazione al Comune, riteniamo che ci siano altre strutture più adatte, nell’eventualità a ricollocare i lavoratori esclusi. Non si capisce se il progetto è costruito diventare esclusivi o soltanto per acquisire alcuni lavoratori. Vedremo su un tavolo ufficiale e possibilmente istituzionale quali saranno le reali intenzioni anche rispetto alla proposta della cooperativa. Comunque  adesso ci sono delle proposte e occorre che i ministeri del Lavoro  e del Lise si attivino all’apertura ufficiale del tavolo di crisi e che si attivi subito la cassa integrazione a copertura dei lavoratori, visto che è inviata richiesta ieri alla procedura perché venga attuata nel più breve tempo possibile”.

Nessuna presa di posizione, per ora, sull’altra cordata interessata all’acquisizione delle due aziende: quella formata da un numero imprecisato di imprenditori che affiancherebbero Giancarlo Cerutti nell’operazione. La cordata si chiama “Rinascita”.

Intanto, qualche secondo fa, è pervenuta ai giornali questa seconda presa di posizione del sindacarti:

“Si è conclusa in questo momento l’audizione al tavolo consiliare della Regione Piemonte con le OO.SS. FIOM CGIL FIM CISL e UILM UIL sulla vertenza Cerutti. Abbiamo spiegato che abbiamo appreso dagli organi di stampa di due interessi per l’azienda Cerutti, al momento solo la BOPST ha esplicitato in conferenza stampa alcuni particolari della proposta e su quelli abbiamo fatto alcune considerazioni. Ovviamente come Sindacato non possiamo che dire che per poter fare questa discussione serve del tempo e quindi l’attivazione di ammortizzatori sociali che garantiscano innanzitutto una copertura per i lavoratori ed evitare disagi sociali e inoltre necessaria a mantenere tutti dentro, sia le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento di Vercelli sia quelli di Casale Monferrato. Bisogna garantire un percorso per tutti e non creare enti ad hoc che dividano i dipendenti della Cerutti in base al comune in cui hanno lavorato. Per fare questo ovviamente serve dare una risposta concreta alle richieste che abbiamo formalizzato sia mesi fa al ministero del Lavoro e del Mise che devono assolutamente aprire un tavolo con anche la regia della Regione Piemonte e sia alla richiesta di Cassa integrazione che nella giornata di ieri abbiamo inviato alla procedura fallimentare. Siamo pronti a fare una discussione e i lavoratori con noi e valutare i percorsi necessari, anche della cooperazione, purché la  discussione non escluda nessuno degli attuali dipendenti in forza”.

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4 Commenti

  1. Da sempre succede che i gioielli della economia italiana .. MA assillati da un qualche ramo d’azienda che anche solo per ragioni congiunturali produca perdite (con la scusa di tale reale sussistenza) .. vengano SVENDUTI (quasi-regalati) dopo aver “socializzato” le perdite (i rami secchi) .. perché sorprendersi se anche Garavoglia .. non ha voglia di caricarsi di zavorra?
    Essendo la sede Bosf in Svizzera (un Paese serio) gli anfitrioni italiani di tale operazione saranno leggermente meno fortunati che se fosse stata in Francia.. o se avessero provato a regalare ai nostri vicini un pezzo di Alpi o di Mar Ligure. In tal caso potrebbero contare sull’insegnamento alla Sorbona o riceverebbero almeno la Legion D’Onore (francese .. equivalente ad un attestato di disonore-italiano):
    https://scenarieconomici.it/le-curiose-schiere-dei-legionari-onorari-francesi-in-italia-quante-legion-dhonneur-tra-i-pd/

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