«La fotografia di paesaggio è la prova suprema del fotografo – e spesso la sua delusione suprema», così Ansel Adams, che di questo genere è stato il maestro incontrastato, sintetizzava la difficoltà a ottenere un risultato soddisfacente una volta premuto il pulsante della macchina. Lui e altri ventisei fotografi sono i protagonisti della mostra curata da Chiara Dall’Olio in corso di svolgimento al Piazzo di Biella nelle sale di Palazzo Gromo Losa fino al 7 gennaio 2018, grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella con la Fondazione Fotografia di Modena.
“Terre di uomini” raggruppa in tutto settanta lavori di Ansel Adams, Philip Kwame Apagya, Yto Barrada, Gabriele Basilico, Wynn Bullock, Harry Callahan, Paul Caponigro, Walter Chappell, Van Deren Coke, Franco Fontana, Vittore Fossati, Lee Friedlander, Luigi Ghirri, David Goldblatt, John Gossage, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Richard Misrach, Daniel Naudé, Walter Niedermayr, Cedric Nunn, George Osodi, Stephen Shore, Aaron Siskind, Guy Tillim, Edward Weston e Minor White. Tutti rigorosamente in ordine alfabetico.
Dalle eliografie di Nicéphore Niepce ai dagherrotipi, dalle sciadografie ai calotipi di Fox Talbot, il paesaggio è stato sempre al centro delle attenzioni dei fotografi, specie nell’epoca pionieristica, quando i tempi di esposizione erano lunghi e quindi occorreva un soggetto statico che non rovinasse l’immagine finale. In seguito, anche con l’evolversi delle tecniche e l’inserimento graduale delle persone nell’inquadratura, il paesaggio non ha mai cessato di affascinare, forse perché è un ritratto della natura dalla duplice e contraddittoria valenza: istantaneo ed eterno. Sia quando la fotografia, non ancora affermatasi come strumento autonomo, aveva l’obiettivo di competere con la pittura, sia quando essa si trasformò in un mezzo per fissare e documentare il mondo circostante.
Nella mostra biellese gli autori sono suddivisi in aree geografiche. L’America con le immagini di Adams, di Weston, di Callahan, di White e di Friedlander; l’Africa, dove la natura è selvaggia, matrigna e negli ultimi anni messa in pericolo dall’invasiva e spesso sconsiderata azione dell’uomo, è ritratta negli scatti di Osodi, Goldblatt, Nunn, Naudé, Barrada, Apagya. Non potevano mancare l’Italia e i fotografi che nella loro opera hanno scandagliato il paesaggio naturale e urbano in tutte le sue declinazioni. Ecco allora le architetture di Gabriele Basilico, l’indagine quasi antropologia di Mimmo Jodice, la provincia elevata a poesia di Luigi Ghirri, le perfette composizioni cromatiche di Franco Fontana e lo sguardo contemporaneo sulle Alpi di Walter Niedermayr. Questo e altro ancora a “Terre di uomini”: per il pubblico un’occasione unica per indagare a relazione tra l’uomo ed il paesaggio, l’influenza che l’uno esercita sull’altro e le implicazioni di tale relazione nello scatto fotografico.
Per maggiori informazioni: http://bit.ly/2mtMIR5
Massimiliano Muraro





