Se ne parlava da qualche anno, ma ora la notizia ha tutti i crismi dell’ufficialità: la grande mostra su Gaudenzio Ferrari si farà, durerà dal 23 marzo al 1 luglio 2018 e sarà divisa nelle tre sedi di Varallo, Vercelli e Novara, vale a dire i tre centri più importanti dove operò il maestro. I luoghi deputati a ospitarla saranno la Pinacoteca e il Sacro Monte di Varallo (lì sarà prorogata fino al 16 settembre 2018), il Castello di Novara e Arca nell’ex chiesa di San Marco a Vercelli, ma si estenderà anche nei musei, nelle chiese e negli edifici del territorio che custodiscono o hanno a che fare con Gaudenzio. A curarla Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa con la supervisione di Giovanni Romano. Tre storici dell’arte che sono sinonimo garanzia, soprattutto per ciò che riguarda l’aspetto scientifico del progetto. E che hanno voluto accanto a loro giovani e promettenti collaboratori, usciti dalle Università piemontesi e lombarde.
«Questa mostra rappresenta una delle maggiori operazioni culturali promosse dalla Regione Piemonte negli ultimi anni» ha dichiarato Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte. Parole che ci sentiamo di condividere in pieno perché la mostra in questione rappresenta un momento di riflessione su un maestro profondamente legato al contesto e dunque si situa all’opposto di quel tipo di mostre in cui l’arte è spettacolarizzata e viene utilizzata come un qualsiasi prodotto di marketing. A maggior ragione se pensiamo che l’ultima esposizione di un certo peso su Gaudenzio Ferrari fu allestita nel 1956 al Museo Borgogna. Il catalogo, oggi considerato un cimelio, vantava i testi di Giovanni Testori, di Anna Maria Brizio e di Luigi Mallè.
Da allora sono passati più di sessant’anni e gli studi sul Ferrari si sono nel frattempo moltiplicati, sebbene un corpus organico che lo riguardi non è stato mai seriamente affrontato. «Il percorso di Gaudenzio Ferrari, nonostante gli studi passati e recenti, è ancora ricco di incognite – spiega Giovanni Agosti, già autore di un monumentale studio sul Mantegna – Un’esposizione ampia delle sue opere permetterà di scandire meglio cronologicamente la sua carriera, di risolvere alcuni problemi di autografia e di ottenere nuove informazioni sulle modalità di lavoro di Gaudenzio. Nella mostra non saranno presenti solo sue opere ma anche dei suoi contemporanei: sia degli artisti che per lui sono stati importanti come Leonardo e Perugino, sia di chi sulla sua lezione si è formato».
Gaudenzio Ferrari, nato a Valduggia tra il 1475 e il 1480 e morto a Milano il 31 gennaio 1546, fu un artista cruciale per la sua epoca, tanto da influenzare l’arte del Nord Italia, specie quella piemontese e lombarda, nel passaggio dal Rinascimento alla Maniera. Giusto per fare un esempio ricordiamo il mirabile ciclo pittorico nella chiesa di San Cristoforo a Vercelli. Di lui si accorse già Giorgio Vasari che nelle “Vite” del 1550 lo nominò come «pittore eccellentissimo, pratico et espedito». Successivamente Giovanni Paolo Lomazzo nel suo “Idea del Tempio della Pittura” nel 1590 lo innalzò a uno dei sette “Governatori” assieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano.
La mostra, costituita da un centinaio fra dipinti, sculture e disegni, farà luce sul suo lungo percorso artistico: dagli anni della formazione a Varallo, alla stagione della maturità a Vercelli, alle ultime prove nel panorama milanese a Novara. A integrare il percorso espositivo saranno le “opere immobili” presenti nelle diverse aree territoriali: i cicli di affreschi e le statue, opportunamente valorizzati in loco, riuniti a comporre un unico catalogo, edito da Officina Libraria.
A concedere le opere di Gaudenzio e degli artisti “di confronto”: la Diocesi di Novara, la Galleria Sabauda, il Museo Civico d’Arte Antica e l’Accademia Albertina di Torino ed importanti musei italiani e stranieri. Tra questi ultimi il Louvre, il Ringling Museum of Art di Sarasota, lo Städel Museum di Francoforte, il Szépmuvészeti Múzeum di Budapest, oltre che storiche collezioni private come quella dei principi Borromeo.
Sarà riservata particolare attenzione ai diversi pubblici e a alla didattica, sia nelle sedi espositive che online, aspetto per cui è stato coinvolto il Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino. Per i più piccoli, ad esempio, la mostra sarà “A dimensione famiglia” consentendole di fregiarsi del marchio “Nati con la Cultura”. Si è inoltre scelto di garantire al visitatore di ciascuna sede un’esperienza completa sull’artista, in modo che anche la fruizione di una sola, possa comunque risultare significativa.
Per informazioni e prenotazioni è già attivo il sito: www.gaudenzioferrari.it
Massimiliano Muraro