In arrivo le mascherine FFP3 pagate da Olmo e quelle da Pengzhou

Le mascherine per il Sant’Andrea stamane alle Poste di Pengzhou

 

Vercelli – La carenza di mascherine FFP3, quella che devono essere usate dal personale medico e paramedico di fronte ai casi conclamati di Coronavirus sta incominciando a creare non pochi problemi in tutto il Piemonte e dunque anche a Vercelli.

Com’è ormai noto, qui da noi uno straordinario filantropo, l’avvocato Carlo Olmo, ha messo in piedi un canale direttore con la Cina e messo pure mano al portafogli per rifornire innanzitutto l’ospedale Sant’Andrea e poi anche i medici famiglia, gli operatori delle ambulanze (pubblici e privati) e le forze dell’ordine dei cosiddetti DPI  (Dispositivi di protezione individuale). Il tutto direttamente, con i suoi soldi e, grazie all’amicizia con il presidente dell’Associazione Italia-Cina Paolo Hu e al gemellaggio siglato nel 2015 tra Vercelli (sindaco era Maura Forte) e la città cinese di Pengzhou.

Proprio da Pengzhou è partito questa mattina un volo con un carico di 10 mila mascherine FFP3 destinate ai medici, agli infermieri e alle oss dell’ospedale di Vercelli, che si spera già domani possano essere a disposizione dell’ospedale “Sant’Andrea”. Successivamente arriveranno anche duemila tute di protezione, duemila guanti di nitrile e 700 occhiali-visiera. Nonché le utilissime sovrascarpe.

Con un altro volo raggiungerà l’Italia, sempre dalla Cina, un altro cargo stavolta con 20 mila mascherine sempre FFP3: stavolta Olmo le distribuirà ancora all’Asl, affinché vengano ripartite alle esigenze interne, ma anche ai medici di famiglia, agli operatori delle ambulanze, alle forze dell’ordine, alle farmacie e quindi ai cittadini.

A questo proposito Olmo sottolinea che è assolutamente inutile scrivergli o telefonargli per avere qualche mascherina: tutto il materiale verrà distribuito con criteri ben precisi che non prevedono l’elargizione fatta per ragioni personali o di amicizia. Un parte di queste mascherine andrà comunque alla farmacie vercellesi, e quindi ai cittadini.

Ma c’è di più. Sempre mobilitando l’amico Oaolo Hu, è stato avviato un canale diretto tra la Cina (in particolare la sterminata provincia di Sichuan, di cui Pengzhou fa parte) e la Regione Piemonte per far arrivare tutto il materiale  che si renderà necessario.

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