
Le parole dell’arcivescovo Marco Arnolfo a ricordare, oltre alla figura di grande pasticciere e di uomo di sport, anche quella di uomo generoso, sempre pronto ad aiutare gli altri (ad esempio nella Diapsi e nella Caritas), quindi le letture di Roberto Sbaratto e l’affetto dei tifosi dell’hockey (dell’Amatori e dell’Engas).

Sul sagrato del Duomo, a rispettosa distanza dalla chiesa, il Commando Gialloverde ha esposto lo striscione della curva – che di solito troneggia al PalaHockey dell’Isola e, quando il feretro è uscito, fumogeni gialloverdi hanno salutato l’uomo che, prima con il presidente degli scudetti Giuseppe Domenicale, e poi con i suoi successori, Lorenzo Piccioni e Tommaso Diglio aveva trascinato l’Amatori ai vertici nazionali e internazionali.

Sia Piccioni sia Diglio erano presenti alle esequie, come pure due grandi giocatori del passato, due atleti scudettati dell’Amatori: Lallo Fietta e Roberto Crudeli. E, con loro, un altro ex campione e trascinatore dell’Amaotori, adesso presidente dell’Engas, Gianni Torazzo.
Tutti si sono stretti intorno alla moglie di Ferraresi, Maria Luisa, alle le figlie Stefania, con Riccardo, e Sara, e ai nipoti Aurora Taher e Mattia. In chiesa, le parole affettuose, commosse di monsignor Arnolfo e la musica e i canti, dall’Hallelujash di Cohen all’Ave Maria di Gounod, eseguiti da Luana, Marco e Francesco.

E, davanti all’ingresso del Duomo, la grande corona gialloverde, con la bandiera dell’Hocky Amatori.





