Anche la Neurologia ha ceduto 22 posti letto ai malati di Covid. Ma l’Ospedale tiene

Covid. La notizia di oggi è che, dopo la trasformazione di tutta l’Infettivologia in reparto Covid (non solo l’area che il dottor Borrè aveva già riservato questa estate) e, di seguito, quella della Day Surgery e della Penumologia, adesso anche la Neurologia (che era accorpata alla Nefrologia) del “Sant’Andrea”  è stata trasformata in area Covid, con la sistemazione di 22 posti letto riservati ai malati di Coronavirus. Anche il Pronto soccorso è stato potenziato con l’aggiunta di 18 posti letto in una sezione che si chiama “Oboe”.

Con la destinazione a Coronovirus del reparto, otto posti letto della Neurologia vengono trasferiti in Cardiologia, che riesce a mantenerne dieci. Come molti di voi ricorderanno, durate la scorsa pandemia, il numero di ricoverati per Covid al Sant’Andrea toccò la cifra spropositata di 130. Ebbene quella quota è stata raggiunta, ma stavolta, però se si conteggia anche Borgosesia: grosso modo, Vercelli ha oggi un’ottantina di degenti Covid e Borgosesia una cinquantina.

Ma nonostante il carico sempre più pesante per medici e infermieri (molti dei quali si sono e si stanno ammalando: e dunque l’arrivo degli operatori sanitari dalla Cina grazie a Carlo Olmo è atteso come la manna dal cielo), il “Sant’Andrea” sta tenendo grazie all’abnegazione eroica di tanti operatori che sopperiscono alle forzate assenze dei colleghi

E se il problema della carenza di medici e infermieri potrebbe davvero venire in gran parte risolto grazie alla missione di Olmo in Cina, anche la questione, non secondaria, degli spazi da destinare agli ammalati ha trovato in queste ore una importantissima risposta grazie alla decisione dell’Asl di riconvertire all’emergenza Covid anche la Neurologia.

In tal modo restano per il momento ancora senza degenti le due tende militari montate qualche giorno fa dalle Voloire, con la possibilità di accogliere quattordici posti-letto ciascuna. L’Asl le sta utilizzando per altri scopi (ad esempio per fare tamponi), ma si è pensato che sistemare alcuni ammalati in strutture pur riscaldate e sicure, però, ad esempio, con i servizi igienici esterni, non sarebbe stato proprio l’ottimale. Se l’onda Covid dovesse colpire ancora più duro, potrebbe diventare una soluzione, ma per ora l’Asl ha preferito cercate (e trovare) vie interne.

Rispetto a sette mesi fa, restano comunque ancora “pulita” dal Virus la Medicina Generale e la Rianimazione normale, mentre in Rianimazione Covid – all’interno dell’area specifica dell’Infettivologia , ci sono già purtroppo tredici ricoverati.

Tutto ciò per dire che  “Sant’Andrea” sta tenendo, che vengono garantiti tutti gli interventi chirurgici d’emergenza e che quelli già programmati e non procrastinabili vengono eseguiti all’interno della clinica “Santa Rita”, come era già avvenuto la primavera scorsa. Inoltre, dall’Asl si fa notare che, a differenza della passata pandemia, i malati con altre patologie serie ricorrono lo stesso all’ospedale: il drammatico sos del primario di Cardiologia Rametta (“La gente ha paura a venire da noi e rischia moltissimo”) sinora non si è ripetuto né nel suo reparto cruciale né altrove. E questo è un dato assolutamente incoraggiante, pure nella difficoltà, palese, drammatica, del momento.

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1 commento

  1. Dopo gli alberghi (63!), la Bertagnetta e lo Psichiatrico .. fa eco la Neurologia: è una gara per il salvataggio di vite umane? … Oppure soltanto il pieno della piena catastrofe di tutto un Paese ormai “fallito” (l’italia) ? .. ai posteri la facile sentenza; oppure, diranno coloro che propendono per la prima alternativa: ai “postumi” (dell’influenza, forse letale) l’ardua sentenza.

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