Addio a Marco Reis, giornalista e tra i fondatori della “Rete”

In questa bella immagine di Andrea Cherchi, Marco Reis

 

Vercelli – Dopo quello per Enrico Villa, un altro grave lutto ha colpito il mondo del giornalismo vercellese: a 66 anni, poco fa, dopo una lunga malattia, si è spento Marco Reis. Era stato direttore del settimanale del Pci di Vercelli “L’Amico del Popolo” e, in tempi più recenti, redattore dell’”Eco di Biella”.

Lascia la moglie, Anna Ivaldi, dipendente comunale (è una colonna portante dell’Urp), il figlio Adriano (apprezzato fisioterapista), la figlia Valentina e i nipoti.

Talvolta polemico, ma estroso, intelligente, colto e combattivo , Reis è stato tra i fondatori di una delle più importanti realtà culturali cittadine: la “Rete”. Tra le varie manifestazioni che aveva creato, traendole da tradizioni dimenticate, l’attraversamento della Sesia in territorio del Comune di Villata (la famosa processione del Guado) per raggiungere il santuario della Madonna della Fontana.

La data dei funerali verrà stabilità domattina.

Ad Anna e ai suoi cari l’affettuoso abbraccio della redazione di TgVercelli.

 

Sulla pagina Facebook del marito Anna Ivaldi ha appena scritto questo toccante saluto, che è anche un grazie alle persone che sono state vicine a Marco a lei e ai loro familiari in questi difficilissimo periodo:

 

“Marco ci ha lasciato questa sera.
Prima di chiudere questa pagina volevo salutare a nome suo tutti i suoi amici, fisici e virtuali.
Gli amici della gioventù, che gli hanno sempre voluto bene, conoscendo il suo gran cuore sotto la scorza polemica.
Gli amici della maturità, con i quali ha cercato di costruire  qualcosa di buono per la nostra Città.
E poi gli amici trovati  o ritrovati proprio grazie  ai social:
i  suoi “fratelli” del 3°gruppo artiglieria pesante “Pastrengo”,  e poi  i componenti de  “La rete” e delle “Città del riso” con i quali  in questi ultimi anni ha orgogliosamente lavorato,  i collaboratori  e supporter nel suo lavoro sulla “malainformazione”, e tutti gli amici con i quali ha polemizzato, discusso, litigato, condiviso passioni  e progetti, e che hanno fatto parte della sua vita, molti dei quali  io purtroppo non conosco per poterli ringraziare personalmente.
Di certo dimentico qualcuno, scusatemi, ma la vita sociale di Marco era a livelli che io riesco solo a immaginare, non c’era avvenimento che non lo incuriosisse, persona che non gli interessasse, ovunque c’erano storie da scoprire e raccontare.
Marco  ha lottato con il suo caratteristico coraggio fino alla fine, chi lo conosceva non avrebbe potuto dubitarne, e nello stesso tempo diceva di non avere mai ricevuto tanti sorrisi e carezze come in questo lungo anno di malattia.
Per questo motivo, anche se non credo questo sia il posto giusto per farlo e a ciò cercherò di rimediare,  il nostro grazie va a tutto il personale medico che ci ha accompagnati, a Vercelli e al San Raffaele, in particolare al nostro umanissimo medico dr.ssa Rigolone con la preziosa Daniela,  al dr. Apicella delle cure palliative, che sa entrare con garbo nelle case dove non si nutrono più speranze, alle infermiere dell’Assistenza domiciliare (grazie Paola) e di Oncologia, alla dr.ssa Sara Lattuada, sempre serena e solare, ma soprattutto alla dr.ssa Renata Torrazzo, che durante le accese discussioni di politica  non lo ha mai trattato da “invalido” (come odiava quando gli davano ragione solo perché lo vedevano malato!) e nello stesso tempo ha saputo curarlo con professionalità e dolcezza: con lei vicino  noi non ci siamo mai sentiti soli .
Grazie Renata.
A tutti voi il saluto di Marco.
Viva”
Annamaria Reis
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