Zenevreto, museo a cielo aperto del Monferrato, inaugura il murales dedicato ai ciclisti

Zenevreto è una piccola frazione di Mombello Monferrato, facilmente raggiungibile da due Strade Provinciali, la 9 e la 7. I vercellesi la conoscono perché fino a qualche anno fa si trovava il Ristorante Dal Paluc, tempio della cucina monferrina, oggi purtroppo chiuso. Chi continua a frequentare quelle colline però sa che Zenevreto è nota per un’altra sua peculiarità.

Lì infatti i 34 abitanti, guidati da un intraprendente gruppo di signore, hanno deciso di abbellire i muri delle case con disegni, scritte, citazioni e piccole installazioni. Un’iniziativa nata per caso che ha trasformato Zenevreto in un caratteristico quanto accogliente museo a cielo aperto.

Il primo di una lunga serie è stato il quadro con l’altalena, realizzato per il novantesimo anniversario del monumento ai caduti, «uno dei primi nella provincia di Alessandria, ce lo facevano studiare anche a scuola», spiega con orgoglio Wilma Coppo che insieme a Gianna Grangiotti è convinta che il paese voglia dire innanzitutto appartenenza, «ti aspetta se vai via, ti accoglie quando torni, se rimani ti scalda il cuore».

Sono le parole che si leggono nella Via della Poesia, portata a termine nel 2019 per rendere omaggio a una signora di Zenevreto che faceva la maestra e scriveva poesie, alcune delle quali le hanno permesso di vincere dei concorsi nazionali. Per ricordarla sono stati presi dei versi da sei delle sue tante composizioni, impressi su altrettanti pannelli e posti lungo la strada che conduce alla sua casa, l’ultima del paese.

«Cambiamo ogni anno, spostiamo e cambiamo di colore. Ad esempio qualche anno fa ero andata a Boario dove c’era la festa della lavanda – racconta Gianna – Così mi sono detta: possiamo farlo anche noi. Pensiamo sempre a qualcosa di nuovo, sia adesso che in inverno. A Natale posizioniamo i presepi, tutti fatti con materiali di recupero».

Intanto domani, domenica 27, verrà inaugurato il murales dipinto dal pittore colombiano Mono Carrasco dedicato ai ciclisti, dal titolo Avere la bici è avere le ali. Dal 1966 al 1974 infatti a Zenevreto era posto il traguardo di una nota gara giovanile. Oggi non si disputa più, ma in compenso sono ancora tanti i ciclisti che transitano da quelle parti, affascinati sia dalla durezza della salita, non lunga ma impegnativa, sia dal fatto che il traffico è praticamente inesistente.

La speranza di Wilma, di Gianna e di tutti gli altri abitanti è che Zenevreto torni a vivere e a ripopolarsi: «Ci sono pochi giovani e c’è solo il nostro circolo. Noi teniamo bello il paese anche per incoraggiare qualcuno a riaprire il ristorante che un tempo lavorava parecchio, come del resto succede a tutti quelli qui in zona».

Il nostro augurio più sincero a questa frazione e a chi la abita è che ciò accada perché quando un luogo è vissuto in questa maniera merita tutto il meglio possibile.

m.m.

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2 Commenti

  1. Molti anni fa passavo spesso da Zenevreto .. era un luogo che mi immediatamente attraeva fortemente (anche senza l’Arte di oggi) .. ci passavo anche un po’ apposta (nel Monferrato le alternative non mancano mai) .. e nello stesso tempo mi dava una scossa non del tutto tranquillizzante .. in segno di mistero e di inviolabilità … da semi-forestiero ! (?).. poi c’era il ristorante che si diceva fosse piuttostotantocaro .. allora si andava a M. .. od altrove .. conobbi a Vercelli una persona di Zenevreto .. quando pronunciava la magica parola i suoi occhi aumentavano ancora un po’ in luminosità, forse pensava (lo scopro ora): «Zenevreto ti aspetta se vai via, ti accoglie quando torni, se rimani ti scalda il cuore». Chissà a che punto si trova .. e tutti gli altri??

  2. Torino anni ’69-70 (circa): una ragazza di nome Gianna Grangiotti studentessa universitaria, a Torino ospite presso tale sig. Evelina, e graditissima presenza tra i suoi amici.
    La ricordo ancora con piacere nonostante gli anni trascorsi….Si tratta forse della sig. Gianna Grangiotti di cui si parla nell’articolo?

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