Vercelli ha dedicato a Viotti un pomeriggio in Duomo che non sarà dimenticato

Vercelli ha regalato al più importante musicista nella storia della sua provincia una sontuosa, perfetta, anche nei dettagli, indimenticabile celebrazione per i duecento anni dalla nascita in un Duomo colmo di gente come avviene solo per la festa del Patrono, Sant’Eusebio.
Guido Rimonda e l’ex flautista (ma anche direttore d’orchestra) della sua Camerata Ducale, ed ora sacerdote, don Luciano Condina, ne avevano parlato prima del Covid, ma il progetto non era andato in porto. Avvicinandosi il 2024, bicentenario della morte di Viotti, lo scorso anno i due hanno rispolverato la vecchia idea, ne hanno parlato con l’arcivescovo Marco Arnolfo e con il direttore della Cantoria Eusebiana e finissimo musicologo, monsignor Denis Silano. E oggi tutto si è realizzato in un pomeriggio storico per la città, preparato dalle celebrazioni del mattino a Fontanetto Po, il paese natale dove Giovan Battista Viotti.
E proprio da Fontanetto Po è arrivato un ulteriore omaggio al grandissimo violinista e compositore vissuto tra il Settecento e l’Ottocento perché, accompagnata dal sindaco Riccardo Vallino, la banda musicale del paese, che ovviamente è intitolata a Giovan Battista Viotti, è venuta ad esibirsi prima sotto il portico della facciata del Duomo, poi all’intero. Interno che a poco a poco si è riempito all’inverosimile: tra i presenti il sindaco Andrea Corsaro, l’assessore Ketty Politi, il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti e il vice presidente del Consiglio comunale Gianni Marino.

E poi c’è stata la doppia Messa,  prima quella in musica Kv 317 detta “Dell’Incoronazione”, capolavoro che Mozart compose nel 1779, a ventitré anni, a Salisburgo, per celebrare appunto l’incoronazione avvenuta anni prima di una statua della Vergine che, secondo la tradizione popolare, aveva salvato la città da una guerra.

“L’Incoronazione”, per organo, coro, soli e orchestra, è stata eseguita impeccabilmente dalla Camerata Ducale, diretta da don Luciano Condina (“Guido Rimonda mi ha fatto un regalo stupendo”), con la Cappella Musicale Eusebiana, diretta da monsignor Denis Silano, unita per l’occasione al Coro da camera di Torino, diretto da Dario Tabia. I solisti erano Arianna Stornello (soprano), Giulia Taccagni (contralto), Bekir Serbest (tenore) e Davide Sacco (basso). All’organo, l’organista titolare dela Cattedrale, il bravissimo Carlo Montalenti. Mezz’ora di musica che ha letteralmente rapito tutti: fedeli e non, curiosi che non avevano mai ascoltato musica sacra o Mozart, musicofoli, fans della Ducale, preti e suore.

Alla Messa mozartiana ha fatto seguito la funzione religiosa, celebrata dall’arcivescovo Marco Arnolfo: una messa cantata, in cui sono state eseguite musiche del compositore fiammingo Orlando di Lasso, dello stesso don Silano, di Pierluigi da Palestrina, e di due importanti del Settecento e dell’Ottocento: Francesco Antonio Vallotti (un’Ave Regina dei Cieli nella revisione di don Silano) e di Giovanni Domenico Perotti. Molto belle le parole trovate dall’arcivescovo nell’omelia sia per ricordare Viotti nel giorno esatto della morte, il 3 marzo a Londra, sia per ringraziare gli ideatori di un pomeriggio in Cattedrale che non verrà dimenticato. Il più felice e commosso era Guido Rimonda, il “figlio” che Viotti non ha avuto.

Edm

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