Simona resta grave dopo l’operazione. Il suo aguzzino: Non volevo provocare il rogo

Restano gravi ma stazionarie le condizioni di Simona Rocca, la quarantenne aggredita, picchiata e quasi arsa vita lunedì mattina nel parcheggio dell’area commerciale di Vercelli da Mario D’Uonno, il 55enne conosciuto sul posto di lavoro che da due anni non si rassegnava al suo rifiuto.

 

La commessa è stata sottoposta ieri ad un delicato intervento durato tre ore nella sala operatoria del Cto di Torino dove è trasferita dall’ospedale di Vercelli. Ad operarla il dottor Maurizio Stella, direttore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva del reparto Grandi Ustionati dell’ospedale torinese.

“Abbiamo praticato un intervento di pulizia chirurgica della cute danneggiata- fanno sapere dall’azienda ospedaliera-. Si è poi proceduto con l’innesto di nuova cute. Questo è il primo intervento. La signora sarà sottoposta ad altre operazioni nei prossimi mesi. Le sue condizioni restano stabili, la donna viene tenuta in coma farmacologico, intubata, e la prognosi resta riservata’’.

Simona Rocca ha riportato ustioni sul 45% del corpo, il 10% di terzo grado.

Resta invece in carcere il suo aggressore. Al magistrato Mario D’Uonno ha raccontato di aver perso la testa e di aver provocato in modo involontario l’incendio. “La tanica in auto l’avevo per dei piccoli lavori da giardiniere che faccio” ha raccontato. Gli accendini perché fumava. Ha spiegato di trovarsi nel piazzale dell’area commerciale per comprare un rastrello. Secondo le sue dichiarazioni lunedì mattina ha visto Simona e ha cercato un chiarimento per le accuse di stalking. Per il processo che si aprirà la settimana prossima a lui, guardia giurata, era stato tolto il permesso di avere armi. Accuse che non ha mai accettato vivendole come un’ingiustizia. E che lunedì intendeva chiarire.

In giornata è attesa l’udienza di convalida dell’arresto con l’accusa di tentato omicidio aggravato dallo stalking.

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