Vent’anni fa la Pro Vercelli e la città perdevano Bruno Bellomo: grande dirigente, imprenditore geniale

Vent’anni fa, proprio oggi, l’8 marzo del 2001, nella Giornata della Donna,  Vercelli perdeva uno dei suoi figli più amati: Bruno Bellomo si era spento il giorno successivo al suo 67° compleanno lasciando nel dolore i suoi cari (la moglie Ondina, i figli Maurizio, Stefano e Floriana e la sorella Gianna) ed una miriade di amici. In testa a tutti, gli amici della Pro Vercelli.

Bruno aveva nel cuore la sua famiglia, gli affetti quotidiani e la Pro Vercelli. Innanzitutto perché il suo Bar, le “Autolinee”, era diventato tra la fine degli Anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, l’epicentro del tifo vercellese. Tutti i fans delle bianche casacche che oggi hanno almeno sessant’anni ricordano che proprio alle Autolinee venivano trasmessi, in continuazione, i filmati dei due storici spareggi tra la Pro e la Biellese del 30 maggio a Novara e del 6 giugno 1971 a Torino, con la telecronaca di Valeriano Agnesina. Filmati “made in Bellomo” da cui poi il regista Matteo Bellizzi ricavò il suo bellissimo docufilm su quegli spareggi intitolato “Magia Bianca”.

E poi, il rapporto strettissimo tra Bruno e il fratello Sergio, scomparso prematuramente nel 1974, il “Cincinnato” che riuscì nell’impresa, come allenatore, di salvare la Pro dall’immediata retrocessione nel ‘72, subentrando alle infelici gestioni Cuscela e Hamrin.

Infine, la scelta di entrare direttamente nella dirigenza della Pro Vercelli, nell’estate del 1980, guidata da Giuseppe Celoria, con gruppo di amici fidatie a loro volta appassionati come Pino Moreo, Lino Garavelli, Piero Viazzo Remigio Bellini, Giorgio Carboni, etc. Dirigenza supportata da altri appassionati tra i quali i fratelli Felix e Nando Lombardi. L’allenatore era Lino Nobili.

Di quella bellissima avventura, che sarebbe poi culminata nella promozione del 20 maggio 1984, nello spareggio di Alessandria vinto sulla Cairese, con la squadra affidata a Giovannino Sacco, tutti i tifosi tenaci ricordano ancora oggi il tentativo fortissimamente voluto da Bruno Bellomo e da Pino Moreo, in particolare, di costruire una vera “scuola calcio”. I due inseparabili amici convinsero Celoria ad andare a pescare Giampiero Sandro, il numero uno dei preparatori delle giovanili allora in Italia. Fu un tentavo coraggioso e innovativo, che avrebbe potuto creare un settore giovanili autoctono, autorevole e soprattutto duraturo: l’esperimento poi non andò a buon fine, ma è giusto ricordarlo.

Come è giusto ricordare che, Pro a parte, Bruno Bellomo, che aveva incominciato a lavorare giovanissimo nel bar che si chiamava come la mamma, Giusta, e che poi era transitato attraverso la fortunata esperienza delle “Autolinee”, si inventò, lui, cinquantenne, un locale che si chiamava, e si chiama tuttora, Victoria Beer House, riservato in modo particolare ai giovani, affidandone la gestione ai figli. E fu un successo clamoroso.

Dopo la sua scomparsa, gli sono stati intitolati diversi tornei giovanili, ma ultimamente, tante belle e doverose iniziative si sono un po’ troppo diradate. Sarebbe il caso di rilanciarle, a Pandemia conclusa, anche grazie al ventennale. Bisogna che la Pro ci pensi perché Bruno merita di ricevere, in affetti, anche postumi,  tutto ciò che egli ha elargito a piene mani, alle bianche casacche, per decenni.

edm

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