E’ uscito un nuovo straordinario cd di Alberto Mesirca che contiene anche un brano di Gilardino

Mesirca il 1° marzo 2018 alla Fondazione Carisver di Vercelli con il tenore De Lisi

 

In questi giorni, la casa discografica italo-giapponese Da Vinci Classics ha pubblicato un CD  del celebrato concertista di chitarra di Castelfranco Veneto, Alberto Mesirca – noto in tutto il mondo e ricordato anche a Vercelli per una sua esibizione con il tenore Leonardo De Lisi nella sala delle conferenze della Fondazione Biverbanca due anni or sono. Intitolato “Free Guitar on Earth – Contemporary Italian Music for Guitar”, il CD contiene una ricca antologia formata da pezzi originali per chitarra composti dai più bei nomi del panorama musicale odierno del nostro paese: Claudio Ambrosini, Ennio Morricone, Salvatore Sciarrino, Michele Dall’Ongaro, Alessandro Solbiati, Carlo Boccadoro, Giovanni Sollima e altri, e inizia con una composizione scritta nel 2014 da Angelo Gilardino in memoria di Chopin: s’intitola infatti “Lettere a Fryderyk”, ed è articolata in tre movimenti, a loro volta intitolati a luoghi che ebbero speciale importanza nella vita del grande compositore polacco.

Nelle note di presentazione, figura una dichiarazione del maestro vercellese che riportiamo testualmente: “Ho composto questa Sonata nel 2014 come atto di stima e di amicizia per il grande chitarrista polacco Łukasz Kuropaczewski. Il titolo della composizione (Lettere a Fryderyk) non implica, da parte mia, alcun tentativo di riferirsi allo stile di Chopin né – tanto meno – di imitarlo; rivela invece il mio proposito di esprimere pensieri sorti nel corso delle visite a luoghi che ebbero importanza rilevante nella sua esistenza e di scriverli  in musica: la bellezza un po’ cinerina di Varsavia, l’austerità quasi funerea del convento di Valldemossa, la luminosa quiete della residenza di Nohant-Vic che si mescola ai ricordi di Želalowa Wola, il villaggio nel quale Fryderyk ebbe i natali e visse la sua infanzia.”

La splendida interpretazione che Mesirca offre di questo pezzo – come di tutti gli altri inclusi nel programma – è l’ennesima testimonianza del valore della musica che Angelo Gilardino ha scritto per il suo strumento e per formazioni orchestrali e da camera.

 

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