Uranio impoverito: al convegno di Vercelli tutti in piedi per il colonnello Calcagni

Vercelli – Sabato il Modo Hotel ha ospitato un evento che, di per sè, sarebbe già stato considerevole, visto che avvocati e medici legali impegnati da anni in materia dovevano parlare del dramma dell’uranio impoverito e dell’amianto nelle Forze armate, ma che poi ha assunto la dimensione dell’eccezionalità per l’ultimo relatore intervenuto.

Si trattava del colonnello Carlo Calcagni, simbolo di questa battaglia ormai da diciassette anni, e cioè da quando gli fu diagnosticata la presenza di numerosi metalli pesanti nell’organismo, provocata dalla sua inesausta attività di addetto, come elicotterista, al recupero di feriti e morti durante la guerra in Bosnia nel 1996.

Calcagni, che deve sottoporsi ogni giorno a una terapia che avrebbe già stroncato (fisicamente e psicologicamente) chiunque altro – -300 compresse e sette iniezioni di immunoterapia al giorno, più almeno diciotto ore di ossigenoterapia, con ripetuti ricoveri periodici in un ospedale specializzato in Gran Bretagna – ha detto al Modo Hotel che, negli ultimi esami, gli è stata ribadita la presenza nell’organismo di 28 metalli pesanti, alcuni dei quali in percentuali addirittura 30 mila volte oltre il massimo che è stato tollerato.

Il pubblico al Modo Hotel

Eppure questo ufficiale iscritto nel Ruolo d’Onore dell’Esercito, continua a combattere non solo per sopravvivere, ma anche per vivere, e fare sport (è un campione di ciclismo), soprattutto per i suoi due figli (“che non posso lasciare perché sono ancora giovani”).

E non perde occasione per prendere pare ad incontri, convegni, assemblee (soprattutto studentesche) quando si parla dell’argomento delle terribili conseguenze dell’uranio impoverito (usato nei proiettili e nei razzi) sui suo colleghi militari. Quando ha finito di parlare, tutto l’uditorio si è alzato in piedi, rapito e commosso, e gli ha tributato un interminabile applauso.

L’intervento di Emanuele Caradonna

Il convegno era quello organizzato dalla sezione provinciale di Vercelli dell’Unione nazionali mutilati per il servizio presieduta da Emanuele Caradonna. Importante l’idea di riunire intorno ad un tavolo alcuni dei massimi esperti nazionali di questa problematica che, colpevolmente trascurata in tanti anni dal legislatore (nonostante ben quattro commissioni parlamentari di inchiesta che si sono succedute fin dal 2006), finisce con il dover essere discussa, ma solo caso per caso, nelle aule giudiziarie. E dunque tocca alla giurisprudenza – talvolta tra l’altro con esiti non favorevoli ai ricovviare all’increscioso vuoto legislativo.

Però, in tutti questi anni le cause discusse sono state poco più di una quarantina mentire pare ormai accertato che, a causa delle cosiddette missioni di pace compiute in Bosnia in Kosovo e in Iraq, i militari italiani colpiti da leucemie, l’indomani e tumori vari – appunto per la presenza di uranio impoverito nelle l’opro munizioni – siano circa 7500, ed i morti oltre i trecentosessanta.

Durante il dibattito, gli avvocati Silvana Borelli, Gabriele de Gotzen e Andrea Bava (il legale di Calcagni) e il medico legale Damiano Donadello hanno fatto la cronistoria di un vuoto legislativo indegno del nostril Paese, in cui gran parte dei parlamentari – se non in periodo pre-elettorale – ignora il problema, mentre anche i pochi che lo affrontano lo fanno spesso senza cognizione di causa.

Al convegno, per i Mutilati per il servizio erano presenti, oltre a Caradonna, la presidente regionale Micaela Allodi e il membro della direzione nazionale generale Vittorio Ghiotto. Molte le delegazioni dal Piemonte. Il Comune di Vercelli era rappresentato dal vice sindaco Massimo Simion e dal vice presidente del Consiglio comunale Gianni Marino. C’era anche il sindaco uscente Maura Forte.

Nutrita la rappresentanza dal piccolo Comune di Rocca Canavese, con diversi paracadutisti (il colonnello Calcagni è anche paracadutista della Folgore) e il sindaco, Alessandro Lajolo.

Il Tg3 Piemonte ha dedicato un ampio servizio al convegno, moderato dal giornalista Enrico De Maria, definendolo tra i più importanti mai organizzati in Italia sull’argomento,

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1 commento

  1. Il Governo, i vertici delle FFAA, i media, i tribunali .. richiedono una “revisione” drastica, cure da 300 pastiglie al giorno. La mentalità sta cambiando; anche le Forze dell’Ordine vivono umiliazioni continue, a livello internazionale sta per arrivare un cambiamento: il Colonnello vincerà con e per tutti gli italiani.

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