Un piatto caldo ai richiedenti asilo pakistani grazie al Circolino dell’Isola. Ma nessun passo avanti su un tetto per la notte

 

Grazie al Circolino dell’Isola che ora cucinerà per loro i pasti, in attesa della possibilità di riutilizzare, a fine mese, la cucina della parrocchia di San Giuseppe, i pakistani che stanno aspettando la decisione sull’accoglimento della loro richiesta di asilo politico, potranno almeno pranzare e cenare cinque giorni alla settimana. Nelle altre due giornate (il martedì e la domenica) provvederà la chiesa valdese di via Bodo. E tutto ciò con l’aiuto essenziale dell’Emporio solidale della Caritas che fornisce ai cuochi dei Cappuccini il necessario da cucinare, e ai volontari di “Voi con noi” che stanno aiutando con ogni mezzo i richiedenti asilo di piazza Mazzini. L’angelo dei profughi, la professoressa ora in pensione Daniela Carlone, si è concessa una breve vacanza e una volta tornata si occuperà della riattivazione della cucina al san Giuseppe. Si occupano di queste persone anche la comunità di Sant’Egidio e la Croce Rossa.

Era stata proprio la professoressa Carlone, durante il convegno organizzato su questo delicatissimo e irrisolto problema in Seminario dalla Coop Sociale Igea con il nostro giornale, a sollevare, oltre a tante altre questioni, quella dell’indisponibilità della cucina del San Giuseppe – dove sono i profughi stesso a cucinarsi i piatti con cui si sostengono – dall’11 giugno a fine mese, perché l’oratorio di via Alberti ospita in quelle tre settimane il Centro estivo. Grazie alla disponibilità del Circolino dell’Isola anche questa emergenza nell’emergenza sarà risolta.

Claudio Fecchio

Mentre continuano a non esserci novità sulle “soluzioni alloggiative” perorate dalla stesso prefetto Lucio Parente durante una riunione ad hoc convocata il mese scorso sul tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo che stazionano in piazza Mazzini. Nonostante l’appello del prefetto, a Vercelli nessuno batte un colpo. E per fortuna quando piove intervengono volontari (ad esempio della stessa Igea) che danno un riparo per la notte.

Infine, Claudio Fecchio (che sta cercando in tutti i modi una soluzione stabile per dare un tetto a queste persone) annuncia un’altra novità tutt’altro che lieta: alcuni dei profughi hanno ricevuto la comunicazione dalla Questura che l’appuntamento per concedere loro la richiesta d’asilo (indispensabile per ospitarli poi ufficialmente in un Cas) è stato fissato a ottobre, cioè tra quattro mesi. Due le prospettive: prepararsi a trascorrere torride notti estive all’aperto (con l’afa e le zanzare) nella nostra città, rimettersi in viaggio verso altre realtà e poi, nell’imminenza della convocazione, tornare qui. Su iniziativa di Fecchio, che si è rivolto ad un avvocato, i minori sono stati subito accolti in un Cas, ma tutti gli altri no.

La gente che gremiva la Sala Sant0Eusebio del Seminario al convegno di maggio

Il “caso” si sta complicando sempre più e, pur dopo le questioni sollevate al nostro convegno di maggio, la situazione non sembra molto migliorata. Ma quel giorno, come abbiamo già detto e ripetuto, nessun consigliere comunale (né di maggioranza né di opposizione) ritenne opportuno venire a sincerarsi della situazione. Calcolo elettorale? Pigrizia? Scelta di ignorare volutamente un problema che, prima o poi, si pensa, potrebbe risolversi da solo? Domande che giriamo ai cittadini, non troppo contenti – e questo lo sappiamo per certo  – di scoprire, quotidianamente, in che cosa si è trasformatala loro piazza Mazzini, anticamente “culla” dello sport vercellese.

Edm

 

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

3 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here