Dopo aver rifornito i Dpi nella Pandemia Uno, ora Olmo si mette a disposizione per i tamponi veloci

Questa mattina, mercoledì 18, Carlo Olmo ha incontrato il direttore generale dell’Asl Angelo Penna, mettendosi a disposizione – se l’Asl accoglierà la sua proposta – per fornire, in parte anche a sue spese, i tamponi antigenici veloci in grado accertare dopo pochi minuti la negatività (in pratica al cento per cento) o la positività – ma in questo caso dovrà essere confermata da un tampone classico, molecolare – dopo pochi minuti.

Alcuni sindaci hanno già proposto questa soluzione ai loro concittadini, ad esempio quello di Robbio Lomellina e la sindaca Carolina Ferraris di Asigliano, affidandosi ad un Centro diagnostico privato, la Onilab di Milano. Per “mappare” una città come Vercelli occorre un’organizzazione particolare. Olmo (che si impegna comunque a sostenere anche finanziariamente una parte del progetto) si è rivolto all’Asl, consegnando un kit di tamponi e reagenti provenienti dalla Cina, pienamente autorizzati anche dall’Iss italiano. “Queso kit – dice Olmo – ha un vantaggio in più: in caso di negatività del test può essere smaltito come rifiuto normale e non speciale, come altri”.

Aggiunge Olmo: “Ora l’Asl esaminerà nei propri laboratori l’efficacia e l’attendibilità dei kit e poi mi darà una risposta”.

Così, dopo aver salvato centinaia, se non migliaia di vite nella Pandemia scorsa donando (anche all’ospedale) gli allora introvabili Dpi, ora Olmo si rimette a disposizione della collettività, stavolta con i preziosi tamponi rapidi, sperimentati con successo, come dicevamo, anche nella nostra Provincia: ad Asigliano hanno detto sì una settantina di persone (con i test svolti da Onilab ad un prezzo ultra calmierato) e il Comune ripeterà la proposta ai suoi concittadini. A Caresana, il sindaco Tambornino se ne è avvalso per testare i dipendenti cominali.

Ora, di nuovo graze ad Olmo, potrebbe essere la volta di Vercelli.

Intanto il Cavaliere Bianco del Coronavirus trascorre in pratica l’intera giornata in stretto rapporto con la Cina e la Farnesina per sbloccare l’arrivo dei 34 operatori sanitari dalla Cina a Vercelli. “Manca solo un timbro – dice – per far sì che questa occasione per il nostro ospedale si concretizzi”.

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