Un libro per i 70 anni del Consorzio di Bonifica della Baraggia

Il presidente Assietti con il libro

Baraggia. 70 anni del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese è il titolo del libro, pubblicato per i tipi Effedì, con gli scatti del fotografo Donatello Lorenzo e con gli interventi di Luca Mercalli e di Gabriele Ardizio. I testi sono a cura di Valentina Masotti, già autrice di pubblicazioni legate al settore risicolo e agroalimentare

Il volume racconta le tappe fondamentali dello sviluppo agricolo e socioeconomico della Baraggia, il cui Consorzio è nato il 9 dicembre del 1950 con il decreto n. 3862, firmato dall’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Ne fanno parte 36 comuni, equamente divisi tra Vercelli e Biella.

«Ci è sembrato doveroso celebrare questa ricorrenza con la popolazione locale – spiega il presidente Dino Assietti – Purtroppo l’emergenza Covid ci ha impedito di realizzare eventi aperti al pubblico. Così si è pensato ad un libro che potesse arrivare alle persone in tutta sicurezza. All’interno si trova un QR code che rimanda al video istituzionale del Consorzio, anche questo basato sulla storia e sulle opere in Baraggia».

Le fotografie testimoniano la presenza delle opere infrastrutturali realizzate dal Consorzio nei settant’anni di attività. Dai primi interventi destinati alla costruzione delle strade di collegamento tra comuni, all’elettrificazione dei centri rurali fino alla realizzazione dell’acquedotto, si giunge alle più imponenti opere idrauliche e irrigue.

Nel 1929 la Baraggia fu classificata come comprensorio soggetto a trasformazione fondiaria, in quanto considerata una delle otto aree più depresse d’Italia e la più depressa in Piemonte. La sua superficie si estende su circa 44.000 ettari di territorio piemontese, che partono dalla periferia nord di Vercelli e salgono fino alle Alpi Biellesi, ai piedi del Monte Rosa, mentre a est è delimitato dal fiume Sesia a ovest dal torrente Elvo.

«Lo sviluppo dell’agricoltura in Baraggia si deve non solo allo spianamento dei terreni, duri e asfittici, e alla meccanizzazione agricola – è ancora Assietti a parlare – ma soprattutto alla disponibilità di acqua a uso irriguo, derivante dal fitto e ingegneristico sistema che collega invasi, rogge e canali ai campi agricoli. I tre invasi dell’Ostola a Masserano, della Ravasanella a Roasio e dell’Ingagna a Mongrando costituiscono un sistema che ha trovato il suo riconoscimento a livello internazionale e nel settore agrolimentare con la prima DOP del riso italiana, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese».

La maestosità della Baraggia agricola lascia spazio anche alle riserve naturali, dove si conserva autentica l’ultima savana d’Italia, mentre una testimonianza preziosa del ricco e sfaccettato panorama storico e artistico si trova nei borghi e nei castelli, come il Ricetto di Candelo e il Castello Consortile di Buronzo.

Il libro è già in distribuzione presso le principali librerie di Vercelli. A breve sarà disponibile nelle librerie di Biella e Piemonte, ma anche online sui principali canali, come Amazon, IBS, Mondadori Store e Feltrinelli.

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