Arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale un trentenne di origine marocchina che, sospettato di utilizzare un cellulare rubato, ha minacciato con un grosso cacciavite i Carabinieri prima di farsi del male da solo e poi di colpire i militari.
La vicenda si è svolta a Serravalle Sesia dove, alcuni mesi fa, un giovane si era rivolto ai carabinieri, lamentando il furto del proprio telefonino. I militari hanno svolto le opportune indagini scoprendo che l’apparecchio telefonico era in uso a una persona dimorante nello stesso centro che aveva sostituito la scheda telefonica e continuava a utilizzarlo. Dopo aver ottenuto l’emissione di un decreto di perquisizione alla ricerca del telefonino, nel pomeriggio di martedì i carabinieri sono andati all’abitazione del presunto utilizzatore, allo scopo di ricercare l’apparecchio telefonico.
L’extracomunitario, tuttavia, non era presente in casa e quindi i carabinieri lo hanno cercato sul posto di lavoro: l’uomo, con precedenti penali di varia natura, si è subito indispettito per le richieste delle forze dell’ordine e, giunto alla propria abitazione, ha improvvisamente estratto un grosso cacciavite minacciando i militari di procurarsi delle lesioni, per poi, brandendolo con fare minaccioso, spostarsi in strada dove, urlando, ha messo in scena un’azione dimostrativa allo scopo di rendere eclatante la sua disperazione.
I carabinieri, a fatica, sono riusciti a disarmare l’esagitato, evitando così che potesse procurare delle lesioni a se stesso o ai militari e lo hanno arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
L’uomo, 30enne, è finito in carcere e mercoledì mattina processato per direttissima. L’arresto è stato convalidato, ma il suo legale ha chiesto i termini a difesa e pertanto il processo è stato fissato al 18 novembre. Nel frattempo, l’uomo resterà ai domiciliari. Dove sia finito il telefono però, rimane un mistero visto che nell’abitazione non è stato trovato nulla.
Di fronte a una serie di reati per nulla trascurabili lo Stato “garantista” prevede per risposta: “suddai .. stattene a casa per qualche giorno e poi vediamo .. “. Lui: piange fragorosamente. E noi con lui.