È già in vendita in tutte le librerie vercellesi “Scintille di speranza” (Publycom), l’autobiografia di Padre Enrico Masseroni, Arcivescovo emerito di Vercelli. Nel volume c’è l’essenzialità del cronista che riassume con pochi e precisi tratti alcuni episodi di un’esistenza ricca e stimolante, contestualizzandoli temporalmente nella dimensione storica che li aveva generati. Una tecnica molto giornalistica per catturare l’attenzione del lettore per poi prenderlo per mano e condurlo su un crinale meno immediato, più riflessivo e con naturalezza portarlo all’essenza più profonda del fatto narrato.
Padre Enrico, d’altro canto, lo dichiara in premessa: l’obiettivo del testo è quello di dare un senso alla vita di tutti i giorni, scavando dentro e attorno alle esperienze che quotidianamente affrontiamo più o meno consapevolmente. E il punto focale del libro è proprio questo: in un contesto sociale caratterizzato dalla superficialità, dall’incapacità di soffermarci sui particolari, sulle sfumature, su ciò che dà senso, ci viene rivolto un invito garbato, ma incisivo, a rallentare il passo e a riflettere sulla straordinaria ricchezza della vita.
Una ricchezza che non si può quantificare in denaro, ricchezza, potere, ma si misura con la qualità delle relazioni che riusciamo a intrecciare, che lasciano un segno contribuendo a plasmare la nostra personalità. Specie quando l’incontro avviene con personaggi eccezionali. Se ne trovano molti: nomi come Madre Teresa di Calcutta, Papa Giovanni Paolo II, Mikhail Gorbaciov, ma anche perfetti sconosciuti. Molto forte anche il legame di padre Enrico con il territorio: la provincia di Novara con la città nativa Borgomanero, Mondovì sede del primo vescovado e naturalmente Vercelli dove è stato Arcivescovo e dove risiede.
