Potrebbe essere alla fine del 2023, massimo all’inizio del 2024, ma Vercelli riavrà il suo cinema-teatro Astra che, chiuso da tredici anni (l’ultimo film programmato nel 2009 fu “Vincere” di Marco Bellocchi) andando in rovina. L’operazione che sta portando al recupero della bellissima struttura realizzata in due anno, dal 1934 al 1936, su progetto dell’ingegner Francesco Francese ha come capofila il Comune, che ha ottenuto il finanziamento necessario partecipando ad n bando del Credito Sportivo per la Cultura (si tratta di un mutuo a tasso fisso della Cassa Depositi e Prestiti), più 300 mila euro da parte della Provincia in totale si tratta di un progetto da 2,7 milioni di euro che assommati all’Iva portano il totale dei costi a 3,3 milioni di euro.
Il progetto è stato predisposto dallo studio dell’architetto Luca Villani, ben introdotto in materia, visto che si tratta dello stesso studio professionale che già aveva recuperato il resto della struttura – che sorge tra via Tasso e via Aravecchia – con un primo progetto elaborato tra il 2008 e il 2009: quello della famosa e mai attuata Risoteca. Adesso, della parte già ristrutturata dell’ex Opera Nazionale Dopolavoro (Ond), successivamente diventata Enal, si dovrà decidere che cosa fare (ha chiesto di studiare il problema l’alacre Ufficio Cultura del Comune), ma è certo che, tra non molto si dovrà ragionare sull’utilizzo di tutto l’edificio (inaugurato l’8 novembre del 1936, dopo che, due anni prima, Italo Balbo vi aveva posato la prima pietra), sapendo in ogni caso che il teatro Astra tornerà a piena disposizione della città.

Vercelli recupererà dunque una struttura di medie dimensioni (che mancava assolutamente dopo la chiusura del Barbieri), sgravando il Civico dal suo cartellone super affollato di eventi, e consentendo risparmi rilevanti a coloro che avrebbero dovuto necessariamente puntare sull’unico teatro comunale per eventi non di enorme richiamo che avrebbero però comportato gli stessi costi di quelli che potevano aspirare e vantare il “tutto esaurito”.
Secondo il progetto dello studio Villani, il nuovo cinema-teatro Astra potrà ospitare trecento spettatori (220 in platea, ottanta in galleria), contro i 460 pre-chiusura. Fu Antonio, il padre di Mino Givogre (che è morto senza che fosse coronato il sogno di rivedere aperto il suo Astra), che, rilevata la sala dalla famiglia Ruffinelli di Busto Arsizio, nel 1954, decidendo di puntare decisamente sul cinema, la ristrutturò radicalmente per far sì che ci fossero sia un audio adeguato sia nuove strutture in grado di contenere i costi del riscaldamento. “Venne dunque installata una controsoffittatura – spiega l’architetto Villani – che ha tagliato il boccascena e fu coperto il golfo mistico. Il nostro progetto ripristina la parte di palcoscenico in cui si svolge la scena teatrale e recupera l’area riservata all’orchestra”.
Interssante, a questo punto, capire perché già nel 2008, non si fece la scelta di recuperare tutto l’ex Ond (poi ex Enal), escludendo l’Astra. “La spiegazione – dice Villani – è semplice. All’improvviso, cammin facendo, vennero a mancare finanziamenti importanti che produssero la mutilazione del piano originario che prevedeva anche il recupero del cinema-teatro. L’Ente risi, ad esempio, aveva garantito un proprio intervento per mezzo milione di euro: lo bloccò un intervento del governo-Monti, mentre un sostanzioso finanziamento dell’amministrazione provinciale andò a monte per i ben noti problemi che colpirono la Provincia nel febbraio del 2010”.

Ma adesso, mentre il progetto di quella che potremmo definite “zona Risoteca”, è tramontato, si andrà spediti con i lavori che riconsegneranno alla città un teatro più piccolo del Civico, ma bellissimo, ricalcando il più possibile – come è stato fatto per tutto il resto dell’edifcio – la struttura originaria concepita, con scelte geniali e avveniristiche, dall’ingegner Francese ben ottantasei anni fa. Il progetto che lo studio Villani ha completato prevede un recupero razionale dell’edificio secondo il modello di Francese, che, non dimentichiamolo, venne realizzato in pratica da un’impresa vercellese che era ed è un vanto per la nostra città, la Bona.
”La Sovrintendenza – spiega architetto Villani – ci ha imposto le tinte originali all’interno, mentre per l’esterno, che si può già ammirare nella parte che doveva diventare Risoteca, l’intonaco è quello regionale dopo un’opera di recupero straordinaria compiuta dalla restauratrice Maria Grazia Ferraris”. Luca Villani ha anche scelto di recuperare reperti per così dire “storici”, come ad esempio i proiettori, ritrovati nella cabina, riservando ad essi una piccola struttura “museale” all’interno del cinema-teatro.
Villani spera che il bando per l’assegnazione dei lavori sia svolto al più presto e che, ovviamente, non si ripetano i problemi avuti con il Civ a proposito della Risoteca. “Se tutto andrà per il verso giusto – dice – i vercellesi potrebbero poter contare su questo nuovo cinema-teatro entro poco più di un anno e mezzo. Mi auguro che venga apprezzato dalla cittadinanza e utilizzato secondo le intenzioni originarie, diventano un centro importante riservato alla cultura e al tempo libero”.
EDM






Il progetto e le “intenzioni” ad esso collegate sono quanto di meglio si possa concepire .. spariamo che nel frattempo (in questo anno e mezzo circa) “il mondo” ne sia ancora “interessato” e che non si finisca per regredire ad uno stato preumano che non richieda nessuno sforzo per la cultura e la socialità. Io, nell’ambito dei rischi di cui sopra, conservo un certo ottimismo!