La favola dei palloncini della Regina Pacis che si sono fatti 250 chilometri arrivando a Babbo Natale

“Dove andranno a finire i palloncini / quando sfuggono di mano ai bambini? / Dove andranno, dove andranno? / Vanno a spasso per l’azzurrità…”. Così cantava tanti anni fa Renato Rascel.

Ma noi oggi siamo in grado di rispondere, almeno parzialmente, al poetico quesito del grande cantautore torinese di nascita e romano d’adozione: perché due palloncini – non sfuggiti di mano, ma fatti volare apposta dai bambini della Scuola per l’infanzia “Regina Pacis ”- si sono fatti 247 e 256 chilometri per arrivare, rispettivamente, ad Argelato, vicino a Bologna, e a Terre del Reno, in provincia di Ferrara.

E lì – questa la favola del Natale che sta scaldando il cuore dei bambini, dei genitori e dei docenti della Regina Pacis – hanno trovato alcuni angeli che, dopo averli raccolti, hanno risposto praticamente agli appelli che questi palloncini contenevano.

Ma partiamo dall’origine di tutto. Da anni, il 22 dicembre, i giovanissimi allievi della Scuola diretta da don Mauro Rizzi, lanciano in cielo palloncini colorati con legato al filo letterine per Gesù Bambino o per Babbo Natale, che contengono un desiderio. L’hanno fatto anche lo scorso 22 dicembre. Passano diciassette giorni e, alla riapertura delle scuole arrivano due pacchi. Sulle prime, si pensa a qualcosa dal ministero. Invece, dentro, c’è ben altro. Ci sono due lettere toccanti ed i regali richiesti il 22 dicembre da Riccardo M. e da Leo B: un trenino per il primo bambino, un modellino per il secondo.

E sono soprattutto le lettere di accompagnamento a scaldare il cuore. A Leo B. hanno risposto “quattro” nonni appunto di Argelato, firmandosi nonna Angela, nonno Manlio, nonna Mirna e nonno Libero. Gli hanno raccontato che è stata una di loro, portando a spasso il cane, a trovare il sui palloncino e che, essendo praticamente impossibile avvisare direttamente Babbo Natale, nella sua fabbrica di giocatoli, hanno pensato provvedere loro ad esaudire il suo desiderio, anche se il regalo richiesto non era proprio quello: “purtroppo non l’abbiamo trovato, ma ti spediamo questo con il cuore: speriamo che ti piaccia ugualmente e che tu possa giocarci cn i tuoi compagni”.

La lettera spedita, con il modellino di macchina richiesto, a Riccardo M. porta invece le firme, da Terre del Reno, di Giovanni e Francesca Bonaldo e di Daniela Tassinari: “Non siamo importanti come Babbo Natale, ma ugualmente abbiamo deciso di accontentare la tua richiesta: ringrazia le maestre della tua Scuola dell’infanzia per questa bellissima iniziativa”.

La Regina Pacis ha accolto questi due pacchi con una gioia ed un entusiasmo tangibili e ora le insegnanti e gli scolari  ringrazieranno i magnifici sostituti sette Babbi Natale. E chissà che, da Lassù, Rascel, adesso, non si senta in dovere di ritoccare la sua bella, cara canzoncina.

edm

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