Il Soroptimist ha ospitato Elena Basso, ricercatrice vercellese ora a New York

Il vaso colombiano del XVII secolo analizzato dalla professoressa Basso

Nei giorni scorsi il Soroptimist Vercelli, presieduto dalla professoressa Rita Manuela Chiappa, ha ha invitato a parlare, sulla piattaforma digitale Zoom, la professoressa Elena Basso, che da San Germano ha spiccato il grande salto fino a raggiungere la posizione di Research Scientist al Metropolitan Museum of Arts di New York.

Grazie a una laurea in scienze geologiche e a un dottorato in Scienze della Terra è stata in grado di effettuare ricerche sulle applicazioni di tali discipline all’ambito dei beni culturali, all’archeologia e alla conservazione museale.

Elena Basso ha spiegato in cosa esattamente consiste il suo lavoro, le strumentazioni sofisticate di cui lei e il suo team si avvalgono, i vari progetti curati anche in altri musei newyorchesi (ben undici che richiedono la loro diagnosi periodicamente).

La relatrice ha portato le schede di un lavoro effettuato su un soggetto molto originale, un vaso di zucca colombiano del XVII secolo. Del prezioso manufatto, grazie a metodi rigorosamente scientifici, si è potuti risalire a esatta datazione, identificazione di pigmenti e coloranti, stratigrafia delle decorazioni, zona esatta di produzione e precisa identificazione dei materiali.

Trovando il modo di applicare, in un intrigante connubio, i suoi studi nel mondo dell’arte, la scienziata ha dedicato il suo talento e le sue fatiche al raggiungimento di una posizione apicale in uno dei più grandi e prestigiosi musei del mondo.

La conferenza ha suscitato grande interesse e ha sollecitato diverse domande finali. Le risposte della professoressa Basso hanno evidenziato la differenza tra il mondo della ricerca negli Stati Uniti rispetto all’Europa e segnatamente al nostro paese. Le resta, pur nel successo, un piccolo rammarico per lontananza dai propri affetti e dalle proprie origini, ma, come ha spiegato Rita Manuela Chiappa, «la cultura e l’amore per il bello ci fanno cittadini del mondo».

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