Il Carnevale è tradizione, senso di appartenenza alle proprie radici e, a seconda della collocazione geografica, si manifesta in forme diverse.
I festeggiamenti carnevaleschi a Santhià, centro piemontese in provincia di Vercelli, si perdono nella notte dei tempi; è difficile dare una collocazione certa all’inizio di questa antichissima tradizione, in quanto documenti dei primi anni del XIV secolo attestano che si organizzavano feste da tempo immemorabile, mentre un documento del 1893 afferma che in quell’anno si celebravano gli 800 anni dell’Antica Società Fagiuolesca, organizzatrice dei festeggiamenti.
Proprio da questi documenti si evince che nel 1870 i Santhiatesi sentirono la necessità di trovare qualcosa di fortemente simbolico che vegliasse nei giorni di festa su tutta la popolazione e si pensò alla maschera ufficiale del Piemonte, a Gianduja,: chi meglio di lui avrebbe potuto svolgere questo compito così importante?
Quindi si decise di costruire una statua di legno e gesso raffigurante Gianduja che da allora, ogni anno la domenica di Carnevale viene issata dal Governatore delle tradizioni dell’Antica Società Fagiuolesca su un tronetto al centro di Piazza Maggiore (ora Piazza Roma) e da lì controlla ogni tradizionale momento dei fatidici tre giorni fino alla sua deposizione la sera del Martedì grasso tra le lacrime di tutta la popolazione che la bacia dandole appuntamento all’anno successivo.
Considerando la storicità e l’alto valore affettivo che tutti i santhaitesi nutrono verso questa statua che negli anni ha ricevuto le cure e il restauro da parte di diversi maestri falegnami cittadini, per preservarla evitando di rovinarla irreparabilmente, dopo che per quasi un secolo e mezzo è stata esposta alle intemperie invernali, abbiamo deciso di affidare al Maestro Gianni Franceschina il compito di realizzare una copia in resina esattamente uguale all’originale, a Roberto Gherardi il compito di costruire, con la sua maestria, il piedistallo in legno e i tradizionali ciabot, a Rosy Beltramino il compito di confezionare il vestito, anch’esso esattamente preciso a quello originale, la parrucchiera Lorella Zerbinati ha prodotto con capelli veri la treccia dell’inconfondibile codino, Domenico Curatolo della Carrozzeria Santhiatese ha eseguito la verniciatura lucida e Paolo Tancini che ha predisposto il sistema di ancoraggio al piedestallo dal quale presidierà ogni evento carnevalesco.
Quindi dal Carnevale 2018 la statua originale sarà custodita nella sede dell’Antica Società Fagiuolesca in una teca realizzata da Alex Ruffilli, mentre al centro di Piazza Roma a presidiare i tradizionali riti Carnevaleschi farà bella mostra di sé la copia meno preziosa e fragile.
Un ringraziamento grandissimo a chi ha messo a disposizione la propria professionalità per realizzare questo manufatto che non si poteva più procrastinare per salvare un oggetto che ha un altissimo valore affettivo per tutti i santhiatesi e per tutti coloro che hanno a cuore il proprio Carnevale.