Sanità: la burocrazia non può prevalere sull’assistenza

Vercelli – La lettera che abbiamo pubblicato ieri nella quale un nostro lettore lamentava un problema avuto all’ospedale di Vercelli con un esame Tac (per un’incongruenza di prescrizione l’esame già prenotato per una Tac semplice, laddove invece andava fatto con liquido di contrasto vista la patologia, non è stato portato a termine perché avrebbe dovuto essere rifatto un nuovo iter di prenotazione, con nuova prescrizione, ripassando dal centro prenotazioni, leggi qui) ha generato moltissime reazioni e discussioni.

Tra chi ha puntato l’indice sulla burocrazia, che in quanto tale prevede inderogabili circuiti il più delle volte sono estenuanti per gli utenti e del tutto impermeabili alle necessità reali dei pazienti o a quello che potrebbe essere il buon senso, e chi invece ha, senza mezzi termini, parlato dell’errore sulla prescrizione fatto dal medico curante. Pareri e discussioni che solo sulla pagina Facebook del nostro giornale hanno raggiunto quasi 4mila persone.

Pier Giorgio Fossale

Tra coloro che hanno letto, condiviso o commentato l’articolo, c’è stato anche il Presidente dell’Ordine dei Medici di Vercelli Pier Giorgio Fossale, che ha postato sulla sua pagina Facebook un laconico “Quando la burocrazia è ottusa e prevale sulle esigenze cliniche, la sanità uccide la medicina”. Lo abbiamo contattato al telefono per farci spiegare meglio il suo pensiero. “Il punto è che la burocrazia non dovrebbe avere la meglio sulla medicina – spiega Fossale – ma invece in questo sistema sanitario, e anche a Vercelli, ciò accade sempre più sovente. In un sistema che, come oggi, è stato totalmente burocratizzato a rimetterci è la qualità dell’assistenza”.

Ma, dottore, lei cosa avrebbe fatto? “Onestamente sarebbe stato intelligente recepire la richiesta e poi andare a correggere la prescrizione. La questione, però, è più generale. Sa quante volte capita anche al Cup che per un mero errore di prescrizione, magari per un numerino sbagliato, non è possibile prenotare un esame, e il paziente si trova a dover rifare la procedura da capo? Ciò anche se la prescrizione è chiara come patologia. Il punto è che oggi si preferisce regolarizzare i processi, puntare sul sistema burocratico e sul modello economico, piuttosto che dare spazio all’assistenza. È assurdo pensare che ai medici si diano obbiettivi economico finanziari, anche sulle prescrizioni, limitandole in taluni casi, piuttosto che dare come obbiettivo la salute. La sanità, come apparato, non può prevalere sulla medicina intesa come intervento a favore della salute. Questa però è la mia opinione, e a volte mi sento un po’ solo su queste mie idee”.

La realtà è che negli ospedali la necessità di assistenza si fa sempre più pressante, quando una persona è malata, alla fine, vuole essere curata a prescindere dalla burocrazia. “Il punto è proprio questo – prosegue Fossale -, dare centralità all’assistenza, non alla procedura, ai piani preorganizzati negli uffici ai piani alti delle palazzine amministrative. Bisogna toccare con mano la realtà dei medici di famiglia, ad esempio, che fanno anche più di 13/14 visite al giorno, o dei pronto soccorsi in cui troppo spesso i pazienti sono costretti a stare sulle barelle. Ecco, questa cosa delle barelle, poi, è proprio da rivedere. Non si possono lasciare le persone, i malati, nei corridoi sulle barelle. Pur se vi sono piani particolari per affrontare situazioni particolari, come a Vercelli per l’influenza. Se i posti letto non bastano, ne vanno realizzati di nuovi, non possono essere recuperati chiudendo altre strutture, ad esempio come p avvenuto da noi con il Day Surgery per l’emergenza influenza. Bisogna ripensare il sistema partendo dal lavoro del medico. L’ho detto anche a Roma, al Comitato centrale dell’Ordine dei Medici. Non si cambia nulla in sanità se non si riparte dal lavoro medico e se non si riconosce il cittadino come un co-autore di salute. La medicina vera oggi la si fa nei piccoli centri, non nelle grandi realtà dove la stessa medicina è spersonalizzata e sottoposta a processi economici e burocratici che la opprimono”.

 

l.a.

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