Sabato in 430 partono per Lourdes con il Pellegrinaggio diocesano Oftal

 

Vercelli – Il 17 febbraio del 1910, un giovane sacerdote ordinato da poco più di nove mesi, don Alessandro Rastelli,  camminava lungo i binari della ferrovia per tornare a Vercelli da Borgo Vercelli, il suo paese natale. Giunto sul ponte vecchio sulla Sesia, alla periferia del capoluogo, decise di attraversare i binari: aspettò con attenzione che passasse un merci, ma non si avvide che alle sue spalle stava giungendo un altro treno, da Mortara. Il macchinista lo scorse all’ultimo momento, frenò, ma non riuscì ad arrestare completamente la corsa del convoglio: la locomotiva colpì il sacerdote ventisettenne e lo fece letteralmente volare di diversi metri. Don Rastelli subì quasi miracolosamente solo la frattura di qualche costola e della scapola destra: dopo un mese di ospedale uscì e decise di andare a ringraziare la Madonna che egli riteneva fosse alla base del miracolo che gli aveva salvato la vita: in effetti non capita a tutti di essere travolti da una locomotiva e di scamparla.

Monsignor Rastelli, il fondatore dell’Oftal

Nel 1911, don Rastelli si iscrisse ad un Pellegrinaggio a Lourdes, quello diocesano di Torino, ed ebbe modo di toccare con mano non solo la devozione del malati alla Madonna di Bernadette, ma anche le loro enormi difficoltà di raggiungere Lourdes. Cosicché, l’anno successivo, il 1912, portò lui stesso un malato a Lourdes e poi decise che era giusto portarne altri, tanti altri.

Così, a Trino, dove intanto era stato assegnato, fondò l’Opera Federativa per il Trasporto dei Malati a Lourdes (L’Oftal) e istituì i pellegrinaggi in treno: assistiti dal personale volontario dell’Oftal (dame e barellieri), gli ammalati e, con loro, tanti pellegrini, partivano in treno dalla stazione di Vercelli. La tradizione dei cosiddetti “treni della speranza” (che proseguì anche dopo la scomparsa di monsignor Rastelli, avvenuta il 13 ottobre del 1960, a Lourdes) era così radicata a Vercelli che alla stazione ferroviaria, accanto al cancello dove per decenni dame e barellieri entravano per preparare i convogli per malati e pellegrini, fu realizzata una piccola riproduzione della Grotta di Massebielle.

Ora si parte in pullman

Su quei treni sono saliti i successori di don Rastelli (i compianti monsignor Giuseppe Ferraris e monsignor Franco Degrandi e monsignor Paolo Angelino) nonché personaggi che hanno fatto la storia dell’Associazione come Franca Osenga (“mamma Oftal”), Luciano Pozzolo, Dino Prella, etc.

Da qualche anno però i treni erano diventati scomodi perché, a causa delle Ferrovie francesi che non forniscono una collaborazione adeguata, i viaggi finivano col durare anche venti ore, talvolta di più. Così adesso si viaggia in pulllman e sono ben undici quelli che partiranno tra sabato (domani) e lunedì per  portare a Lourdes circa 430 persone tra malati (108) pellegrini (155), dame, barellieri, medici, infermieri e sacerdoti, tra cui il delegato arcivescovile don Gianfranco Brusa che poi dal 1° settembre riconsegnerà il testimone a monsignor Sergio Salvini.

Il pellegrinaggio diocesano Oftal preparato anche nei dettagli dalla presidente Silvana Pavese Coppo e dal suo alacre staff si svolge da sempre nelle date 11-17 agosto. Domani, sabato, partirà in diverse tappe da piazza D’Angennes. Sei i pullman con gli ammalati: tre si metteranno in moto dalla piazza dell’Aecivescovado verso le 20,30. L’arcivescovo Marco Arnolfo, in questi giorni a Roma per il Sinodo dei Giovani,  raggiungerà Lourdes lunedì 13 in aereo e, nella città di Bernadette, non alloggerà in albergo, ma nell’Accueil con gli ammalati, e poi tornerà in pullman con loro.

A Lourdes i malati e i pellegrini vercellesi prenderanno parte alle principali funzioni come la  messa internazionale del giorno di Ferragosto e come la grande e suggestiva fiaccolata notturna detta “Flambeaux”. Il  riotorno è previsto per la mattinata di venerdì 17.

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