Il Rettore: “Sempre più matricole anche da Milano”

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Vercelli – “L’Università deve soprattutto creare dei cittadini che vivano nei valori di cui è intrisa la nostra Carta Costituzionale e contribuire alla conoscenza dei Saperi”. Lo ha detto questa mattina, al Civico, la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Upo, che coincideva anche con il ventesimo anniversario dell’Università del Piemonte Orientale.
Il significativo compleanno è dunque stato celebrato non solo con l’autorevole presenza della Fedeli, ma anche di una nutrita e autorevole presenza del mondo accademico italiano, visto che c’era rettori e pro rettori di tante altre università.
L’inaugurazione dell’anno accademico del ventennale è pure coincisa con l’ultimo discorso inaugurale del Rettore, Cesare Emanuel, ed è stata curata anche nei particolari, con autentiche “chicche” per i presenti, prima fra tutte la riproposizione dell’Inno dell’Università del Piemonte Orientale “Inter bonos meliores”, a cura del maestro di musica vercellese Claudio Bianzino, su un testo tratto dal manoscritto 37 della Keble College Library di Oxford. Per eseguire, splendidamente, questo inno, si sono ricostituiti Coro e Orchestra dell’Upo (diretti da Emanuele Fresia e Andrea Mogni, solisti Jolanda Gjoni e Barbara Rosetta). E ciò ha reso merito allo storico riconoscimento dell’Università vercellese che non ha “solo” vent’anni, ma che, come ha ricordato l’attore Luca Brancato (nella vita è il responsabile dell’Ufficio legale dell’Upo), risale addirittura al 1228. Solo che per secoli si era addormentata, come la “bella” dell’immortale favola di Charles Perrault. Ma ora è ben sveglia.

Nel suo ultimo discorso inaugurale, il Rettore ha tracciato un quadro oggettivo, ma assai lusinghiero dell’Upo, mettendo un rilievo un dato di straordinaria importanza: quello del gradimento crescente dell’Upo anche fuori dalle mura. “Dopo anni di annidamento degli iscritti intorno alle sedi storiche – ha detto – recentemente il nostro bacino ha superato i confini amministrativi della regione: la seconda provincia generatrice di domanda è diventata Milano”. Infatti, nell’anno accademico 2061/17, 952 matricole sono della provincia di Novara, seguono Milano con 799, Alessandria con 774, Torino con 426, Vercelli con 374 e Biella con 297”.Ma 159 arrivano da Varese e 152 da Pavia.
Tutto bene, dunque? Sì e no. La crescita, non solo di iscritti, è stata ragguardevole, ma la rappresentante degli studenti Luisa Isabella, pur sottolineando come l’Upo abbia formato in questi anni soprattutto “persone”, con grande franchezza, ha anche osservato che uno dei problemi più sentiti dai giovani, oggi, altre alla cronica carenza di aule-studio, è anche quello dei luoghi di ritrovo “intra ed extra universitari”. Ha detto, parlando agli amministratori delle tre sedi presenti al Civico: “Servono mense e posti in cui ristorarsi e anche luoghi in cui riunirsi nel fine settimana”. Inoltre “convenzioni per i parcheggi e per gli affitti e revisioni degli orari dei mezzi pubblici”.

Discorso chiaro, cui la studentessa ha poi aggiunto (facendoci espressamente apprezzare dalla Fedeli): “Non è alzando muri che si cresce; se non fossimo aperti alle novità imploderemo in poco tempo. Siamo chiamati a costruire ponti, ma perché essi siano stabili, servono fondamenta solide. Tutte queste novità vanno accolte e su di esse si può investire: sono un potenziale a livello di prestigio, ma anche economico, per il nostro Ateneo e le nostre città”.

Ha parlato anche il direttore generale Andrea Turolla, mentre le prolusioni sono state tenute dai professori Alessandro Barbero e Giorgio Bellomo. Quindi, le premiazioni dei migliori laureati, di cui parleremo a parte in un altro servizio. Aggiungiamo solo che la cerimonia è stato sobria, elegante e raffinata: l’hanno presentata, in modo impeccabile, Paolo Pomati e Barbara Gallo.

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