Racconto d’agosto – Lo scoiattolo ghiotto di noci al cimitero

 

Tempo fa, a Vercelli…

Comparvero gusci di noci in varie zone del cimitero di Billiemme. In tanti le notarono e reagirono indignati: “Chi sono questi selvaggi che insozzano il nostro camposanto?”. Ma poi qualcuno decise di vederci chiaro: non ha alcun senso andare al cimitero a mangiare noci e a lasciare i gusci aperti: se è una forma di protesta, è assurda, e poi contro chi è, e perché? Se è la dabbenaggine di un vorace consumatore di noci, la domanda è sempre la stessa: perché proprio lì?

Le congetture si sprecarono, e le telecamere non chiarivano il mistero. I più fantasiosi parlavano addirittura di riti satanici. Messe nere con le noci? Ma va là, le candele al massimo. Giochi di bimbi? Forse…sta a vedere che…

Poi il colpevole, anzi  la colpevole si denunciò. Era una bambina, un’eterna, bellissima bambina, che un giorno, andando a pregare sulla tomba dei genitori, scorse uno scoiattolo, impaurito, ma curioso e frettoloso. E le venne in mente l’apparizione del cerbiatto ai ragazzi protagonisti di un film che l’aveva conquistata: “Stand By Me”.

Quello scoiattolo, che andava a trovare i suoi cari morti doveva essere aiutato. E dunque, qualche giorno dopo, andò davanti alla tomba con un sacchetto di noci, e ne depositò davanti una mezza dozzina. Il giorno seguente erano tutte sgusciate. Allora pensò: “Voglio metterne un po’ davanti alle tombe delle persone che erano care a tutti i miei amici, perché ricevano anche loro la visita degli scoiattoli”. E così fece. E poi c’era la tomba di una sua indimenticabile amica, un’altra bambina per sempre che era scomparsa troppo, troppo presto. E andò anche lì, sistemando le noci sotto il cespuglio di rovi che la mamma dell’amica aveva coltivato davanti alla lapide.

C’era una volta un’eterna bambina che voleva che i nostri morti più cari ricevessero la visita degli scoiattoli, per non sentirsi mai soli, la notte, nel freddo o nell’afa di un piccolo cimitero. A Vercelli.

L’ho conosciuta questa eterna bambina. E porterò pure io, di tanto in tanto, un sacchetto di noci.

 

Enrico De Maria

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